Governo: senza coperture slitta il dl ambiente ma il Ministro Costa insiste
Politica Lazio Roma

Governo: senza coperture slitta il dl ambiente ma il Ministro Costa insiste

giovedì 19 settembre, 2019

ROMA, 19 SETTEMBRE –  Nonostante l’insistenza del Ministro Costa, la bozza di decreto legge  sull’emergenza ambientale non è stata presentata oggi in CdM. La  decisione è stata presa al fine di portare avanti un lavoro di maggiore  coordinamento con gli altri Dicasteri a proposito delle misure che  dovrebbero contemplare forti tagli alla spesa pubblica in settori  reputati dannosi per l’ambiente, ma che non sarebbero di stretta  competenza del Ministero guidato dall’ex Generale di brigata; in secondo  luogo, i tecnici non sarebbero ancora riusciti a rastrellare le risorse  economiche necessarie per coprire tutti gli investimenti previsti dal  provvedimento.

Il Ministro, tuttavia,  sta spingendo molto per avviare la riforma, nell’ambito di quella che è  una materia teoricamente considerata prioritaria nei programmi  condivisi dai due partiti di governo: “Con il decreto legge sul clima,  che presto approderà in Consiglio dei Ministri, l’ambiente potrà  finalmente tornare a tessere l’azione di governo e ad occupare un ruolo  centrale nel dibattito politico” – ha affermato Costa, spiegando che si  tratterà di un “provvedimento corposo, che proprio per questo richiede  la massima condivisione, solo così potrà funzionare. Stiamo quindi  lavorando in un clima di grande confronto affinché il testo finale possa  approdare nel più breve tempo possibile in Consiglio dei Ministri. Sono  convinto che sapremo trovare la giusta sintesi per rendere finalmente  effettive tutte le misure in grado di mettere in moto il tanto auspicato  “Green new deal”, che comporterebbe un radicale cambio di paradigma  culturale e porterebbe ad inserire la protezione dell’ambiente nel  nostro sistema costituzionale. Per farlo – ha concluso – il nostro  decreto dovrà intervenire con misure urgenti nei settori considerati più  vulnerabili ai cambiamenti climatici, con l’obiettivo di incentivare  comportamenti e azioni virtuose in tempi brevi”.

Le  maggiori problematiche starebbero però emergendo soprattutto riguardo  ai tagli che il decreto comporterebbe, non solo per reperire coperture,  ma anche per cancellare spese in settori ritenuti dannosi per  l’ambiente, come quello dei carburanti. Chiaramente, per gli operatori  economici dei settori in questione potrebbe non essere facile accettare  di non avere più a disposizione fondi ed appoggio dello Stato, come  evidenziano le contestazioni sollevate da Conftrasporti e da vari  sindacati. “I tagli all’autotrasporto sarebbero un autogol. Così come  preventivato, il provvedimento sarebbe clamorosamente dannoso per lo  Stato” – ha commentato con una nota il vicepresidente di Confcommercio e  Conftrasporto Paolo Uggè. “Tagli lineari all’autotrasporto sarebbero  assolutamente inaccettabili, innanzitutto perché il governo verrebbe  meno ad un impegno assunto con la categoria ed in secondo luogo perché  in questo modo si penalizzerebbero anche i mezzi pesanti meno inquinanti  come gli euro 6. I camionisti di tutte le categorie sarebbero indotti a  fare rifornimento all’estero, con conseguenti perdite rilevanti per le  imprese nazionali in termini di distribuzione e dunque potenzialmente un  boomerang per le casse dello Stato. Se invece, come proponiamo da  tempo, si penalizzassero solo i veicoli più vecchi, quindi maggiormente  inquinanti, tagliando solo a questi ultimi i rimborsi delle accise sul  gasolio, si spingerebbero le imprese a rinnovare il parco circolante,  con un evidente vantaggio per l’ambiente, considerando che il 60% dei  mezzi circolanti in Italia è di categoria ante euro 4; indirettamente,  ne beneficerebbe anche lo Stato, che incasserebbe l’Iva su ogni veicolo  di nuova generazione acquistato”.

Ad  ogni modo, le risorse che l’esecutivo conta di reperire dai tagli ai  sussidi ambientalmente dannosi (circa 16,7 miliardi entro il 2040) non  verrebbero tutte reinvestite nel settore ambientale, dal momento che il  50% di esse verrebbe destinato ad un nuovo fondo per investimenti in  tecnologia, innovazione e modelli di sviluppo sostenibile. Nonostante la  timidezza del provvedimento a fronte delle aspettative, buona parte  della maggioranza intenderebbe portare a termine l’opera come  programmato. L’ex presidente nazionale di Legambiente, Rossella Muroni,  attualmente deputata in quota LeU, ha spinto il Ministro Costa ad andare  avanti e convincere anche i più scettici esponenti della maggioranza al  governo della necessità di una svolta ambientale: “Il Paese non può più  aspettare, ma sembra che nella nostra maggioranza ci sia chi frena con  motivazioni poco plausibili ed il risultato è che probabilmente il  provvedimento slitterà almeno alla prossima settimana. Non proprio un  buon inizio per il Green new deal. Al ministro Costa dico di andare  avanti e di lavorare per rendere il testo anche più ambizioso. L’attuale  versione del decreto, seppur troppo timido nei tempi e poco dettagliato  riguardo le modalità con cui intende attuare il contrasto ai mutamenti  climatici, è già di per sé una buona notizia per l’ambiente. Finalmente  vediamo un provvedimento governativo che ha quantomento l’ambizione di  affrontare la crisi climatica migliorando la qualità dell'aria,  investendo su parchi e tutela degli ecosistemi, promuovendo l’economia  circolare”.


Francesco Gagliardi


Fonte immagine: romaedintorninotizie.it


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