Intervista a COEZ. Esce oggi "Niente che non va", il nuovo album dell'artista romano
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Intervista a COEZ. Esce oggi "Niente che non va", il nuovo album dell'artista romano

venerdì 4 settembre, 2015

NAPOLI, 04 SETTEMBRE 2015 - Esce oggi, 4 settembre, “Niente che non va”, il nuovo e atteso disco del rapper e cantautore COEZ, al secolo Silvano Albanese, su etichetta Carosello Records. L’album, in preorder su iTunes, ha raggiunto il 1° posto ed è tuttora stabile in top 10.

A due anni di distanza da “Non erano fiori”, il suo secondo disco da solista, prodotto da Riccardo Sinigallia, COEZ torna con un nuovo lavoro che, come spiegato dal lui stesso, si differenzia dai lavori precedenti soprattutto per le tematiche trattate:

«Ho scritto canzoni che non sono più ego riferite come ho fatto nei lavori precedenti, mi sono concentrato più su chi mi ascolta, in modo che questa volta fossi anche io a immedesimarmi in loro e non solo viceversa».

L’album è stato anticipato dal singolo “La rabbia dei secondi”, in rotazione radiofonica da fine agosto, a cui è seguito un video online in esclusiva su VEVO:

www.youtube.com/watch

vevo.ly/KcE0lK 

[MORE]

Alla vigilia dell’uscita della sua ultima fatica discografica, l'artista romano ha concesso un’intervista ad Infooggi. Buona lettura!

Innanzitutto come va? Domani esce il tuo nuovo disco, emozionato, nervoso?

Beh in realtà oggi non c'è troppo tempo nè per l'emozione nè per il nervosismo visto che sto facendo interviste da stamattina... diciamo un po’ di stanchezza...

Hai già una buona fetta di pubblico che ti segue in modo affezionato, ma se dovessi descrivere te e la tua musica a chi ancora non ti conosce come la descriveresti?

Chiaramente non potrei descriverla veramente perchè bisogna sentirla, però vengo comunque definito un rapper o un cantautore che viene dal rap, quindi un misto di queste due cose, un po’ un minestrone di roba che però secondo me è abbastanza attuale... uno stile di scrittura sicuramente diverso da quello che c'è in giro per ora...

Già con l’uscita di “Non erano fiori”, il tuo secondo album da solista, si era potuto notare un certo distacco dal tuo primo disco che ha un taglio decisamente più hip pop. Ascoltando “Niente che non va” si avverte un distacco, se possibile, ancora più netto rispetto ai lavori precedenti, soprattutto per le tematiche trattate. Ci spieghi quest’evoluzione musicale? Ti senti più pop e meno rapper in questo momento?

Ma io più che di pop forse parlerei un po’ più di cantautorato visto che comunque i punti di riferimento della canzone italiana che ho sempre assimilato erano un po’ più classificati come cantautori... comunque sì penso sia un'esigenza; mentre da ragazzo ho dato un po’ più sfogo agli ascolti, tra virgolette, senza minimizzare, un po’ più adolescenziali, che sono stati appunto quelli che vengono dal rap, crescendo forse è uscita un po’ di più la vena cantautorale... o comunque, sai, il fatto che sono così affezionato anche alla canzone italiana che sta prendendo sempre più piede nei miei sviluppi artistici.

C’è però qualcuno tra i tuoi fan della prima ora che ha un pò criticato questa tua svolta artistica, dopo l’ascolto del singolo che anticipa l'album, come rispondi alle critiche e a chi ti dice di tornare a fare rap?

Eh... che capisco il fatto che possano non condividere le mie scelte, però sono le mie...nel senso, c'è poco da fare... possono sentire comunque tutti i dischi che ho lasciato e che non hanno comprato in passato...

Hai dichiarato che “La rabbia dei secondi” è il testo che ti racconta meglio in assoluto, quindi immagino che tra i brani dell’album sia uno di quelli a cui sei più legato…

Io sono legato un pò a tutti i brani dell'album, mentre faccio il disco per me ogni brano ha un momento... in un momento magari il mio preferito è stato "Ti sposerai", in un momento "La rabbia dei secondi" ... devo dire che "La rabbia dei secondi" ha un pò quel piglio secondo me più radiofonico che non ha mai avuto nessun mio pezzo, quindi sono stato contento appunto di aver tirato fuori un pezzo del genere, così up e allo stesso tempo con un testo secondo me abbastanza importante, nel senso, uscire con un singolo radiofonico che non parla d'amore, anzi parla di un tema sociale, oggi, comunque mi sembra una cosa importante.

Il singolo sta infatti riscuotendo un buon successo in radio, te lo aspettavi?

Diciamo che lo speravo e sinceramente spero anche che continui ancora meglio...alla fine penso che questo singolo qua ha un tipo di scrittura... cioé deve esistere anche questo... deve esistere la canzone d'amore di Tiziano Ferro, deve esistere il pop magari ballabile di Jovanotti e secondo me deve esistere anche ogni tanto qualche pezzo che possa portare un minimo una critica sociale però anche nelle radio.

Per il tuo album precedente ti sei avvalso della collaborazione di Riccardo Sinigallia, com’è nata questa collaborazione e com’è stato lavorare con lui?

In realtà la collaborazione è nata in un modo abbastanza classico, nel senso che ci hanno messo in contatto le etichette, cioè noi non ci conoscevamo... devo dire che é stata la persona giusta in quel momento, in quella mia fase e che senza di lui, ci tengo a sottolinearlo, non sarei riuscito a fare neanche un disco come quello che ho fatto adesso, lui proprio mi ha accompagnato in quella fase di mezzo, è il produttore con cui ho lavorato che, a livello di scrittura, mi ha lasciato più di chiunque altro. Se oggi comunque riesco ad essere completo, magari, ecco, a bastarmi da solo a volte, è anche merito di quel periodo là, di quella collaborazione che ho fatto con Riccardo.

Hai partecipato alle selezioni per Sanremo Giovani 2014, come mai questa scelta, che esperienza è stata? Pensi possa esserci una seconda volta?

Sì, col brano “Chiama me”. Devo dire che sono un po’ sfigato con Sanremo perché ogni volta che viene è sempre quando ho appena chiuso un disco e io appena chiudo un disco arrivo sempre svenato e, quindi, quando magari mi dicono: “Perché non proviamo a fare qualcosa per Sanremo” viene sempre qualcosa di un po’ inadatto o comunque magari un po’ sotto il livello del disco che ho appena fatto, mi serve sempre un po’ di tempo per metabolizzare. Io se avessi un pezzo forte, che ritengo giusto per Sanremo, ci andrei.

Quindi non escludi una seconda volta…

Non la escludo però deve essere il pezzo giusto, non ci andrei tanto per andarci.

Invece a fine settembre dello scorso anno, assieme ad altri artisti provenienti dal mondo hip hop italiano, hai preso parte all’iniziativa “Hip Hop smash the wall” in Palestina, dove hai avuto modo di confrontarti con altri giovani artisti del mondo arabo. Questa esperienza invece cosa ti ha lasciato?

Beh diciamo che mi ha lasciato parecchio sicuramente. E’ stata una bellissima esperienza. Mi è stato proposto di fare questo viaggio. Tutti gli altri rapper implicati in questa faccenda, che partecipavano a questo progetto, erano comunque rapper che trattavano temi sociali o addirittura politici. Io ero un po’ più un outsider, quello un po’ più morbido, più leggero, perchè comunque non mi sono mai schierato, non ho mai trattato la politica… però chiaramente sono andato là, ho fatto il mio, anche i ragazzi sono stati molto contenti; forse ero anche, tra quelli che sono partiti, quello un po’ più conosciuto in Italia e diciamo che ho preso la palla al balzo perché sapevo che se non l’avessi fatto in quel momento forse non avrei più avuto la possibilità di fare un’esperienza del genere.

C’è un artista in particolare del panorama musicale nazionale o internazionale con cui ti piacerebbe collaborare?

Mah… sono cattivo se dico che sinceramente no?! Nel senso che io alla fine adoro le collaborazioni con le persone che conosco. Se dovessi una sera, che ne so, uscire con un artista in particolare, trovarmici bene, sicuramente sarei contento se nascesse qualcosa. Diciamo che io gravito sempre comunque intorno alla scena hip pop, conosco un sacco di artisti che ancora fanno hip pop e spesso collaboro con loro perché sono del mio ambiente, li conosco, e tra una cosa e un’altra esce un pezzo, una collaborazione. Non mi son messo mai lì a tavolino a pensare di cominciare qualcosa con qualcun altro. Diciamo che comunque ci deve essere un’alchimia che va oltre la musica, oltre il discorso discografico.

In conclusione, hai tre album da consigliare ai lettori di Infooggi?

“Niente che non va”, “Niente che non va”, “Niente che non va” (ride, ndr). Oddio mi cogli un pò impreparato! Allora...uno dei miei dischi preferiti, che è un album di Eminem, “The Slim Shady LP”, poi uno dei primi dischi dei Blur, ora non ricordo come si chiama, quello col cane in copertina (Parklife, ndr), anche quello è un disco che ho sentito parecchio, e poi una cosa italiana… un qualsiasi disco di Rino Gaetano, così per prendere dal rap, al pop inglese al cantautorato italiano.

In concomitanza con l’uscita dell’album, domani inizia anche l’In store Tour di Coez. Di seguito le date:

4 SETTEMBRE – ROMA – DISCOTECA LAZIALE
5 SETTEMBRE - NAPOLI - MONDADORI BOOKSTORE
6 SETTEMBRE – ROMA – MONDADORI BOOKSTORE
7 SETTEMBRE – TORINO – MONDADORI
8 SETTEMBRE – VARESE – CASA DEL DISCO/ MILANO – MONDADORI MEGASTORE
9 SETTEMBRE – BRESCIA – MONDADORI/ STEZZANO (BG) – CC LE DUE TORRI
10 SETTEMBRE – LATINA – LA FELTRINELLI
11 SETTEMBRE – SALERNO – LA FELTRINELLI/ NOLA - MONDADORI BOOKSTORE
12 SETTEMBRE – FIRENZE – GALLERIA DEL DISCO
13 SETTEMBRE – ROMA - MONDADORI
14 SETTEMBRE – COSENZA – LA FELTRINELLI
15 SETTEMBRE - CATANIA - MEDIAWORLD
16 SETTEMBRE – PALERMO – MONDADORI
17 SETTEMBRE – ROMA – MONDADORI BOOKSTORE c/o LA ROMANINA
18 SETTEMBRE – BARI – LA FELTRINELLI/ LECCE – LA FELTRINELLI
22 SETTEMBRE - MARCIANISE - MONDADORI
23 SETTEMBRE - MILANO - MONDADORI MEGASTORE DUOMO

Foto: Mattia Zoppellaro

Antonella Sica

 


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