Intervista al "vigile antisommossa": considerazioni su Black Block e Val di Susa
Editoriale

Intervista al "vigile antisommossa": considerazioni su Black Block e Val di Susa

martedì 26 luglio, 2011

Termina oggi l'intervista al vigile di Milano. Gli argomenti trattati sono la Val di Susa, i Black Block e la gestione delle emergenze da parte dello Stato. (qui e qui le parti precedenti).

Si rivela però necessario chiarire un punto: InfoOggi non ha nessun interesse a infangare le Forze dell'Ordine che, anzi, data la scarsa remunerazione e la difficoltà del loro lavoro, meriterebbero ben più visibilità e rispetto. Quello che si è cercato di fare con questa intervista è stato fornire un parere su alcuni fatti ben specifici da parte di una persona che si è ritrovata in più di qualche occasione ad avere a che fare con il reparto antisommossa.

Il giornale di fronte a tali fatti non si pone in modo fazioso o autoritario ma, anzi, invito personalmente chiunque volesse ribattere alle affermazioni del vigile a contattarmi ([email protected]) per una contro-intervista.[MORE]

 

Pensi che i recenti episodi della Val di Susa potranno portare conseguenze drammatiche come in quei casi? Sono già stati numerosissimi i feriti tra manifestanti e forze dell'ordine

Mi consenti una cattiveria, magari neanche tanto gratuita? Le forze dell'ordine partono meglio armate e meglio addestrate rispetto ai manifestanti; come è possibile che questi ultimi abbiano vinto 188 feriti contro 40? Perché i feriti fra le forze dell'ordine si chiamano infortuni sul lavoro, quindi anche una minima escoriazione diventa un trauma violento e l'agente infortunato se ne starà a casa un paio di mesi, cioè tutto il periodo delle ferie
estive, senza sprecare nemmeno un giorno di licenza. Non penso si possa venire a creare una miscela esplosiva paragonabile a quella del G8 di Genova, in quanto in Val di Susa il territorio è aperto, le possibilità di rimanere intrappolati sono minime. Genova è composta da vicoli e viottoli, è difficilmente controllabile e difendibile, ci sarebbero voluti tanti agenti quanti erano i manifestanti. Avrebbero fatto meglio a svolgere il G8 a bordo di una nave in mezzo al mare. Ok, ok, non divago oltre. Dove ero rimasto? Ah, sì: in Val di Susa il blocco dei no TAV è molto più omogeneo, motivato ed informato rispetto ai no global del G8. Se prendi a caso un manifestante no TAV e gli chiedi contro cosa sta manifestando, quasi sicuramente ti farà una relazione dettagliata dei costi, sia pecuniari che ambientali, del TAV, degli esigui vantaggi che esso porterebbe, ecc. Se prendevi a caso un manifestante del G8 cosa ti avrebbe risposto? Siamo contro il G8; siamo contro la globalizzazione... - Ma, mi scusi, in cosa consiste la globalizzazione? - Bo? Però è male ed io vi do contro!

Alcuni ritengono che i tristemente celebri black block siano in verità addestrati appositamente dal governo o da chi ne fa le veci per provocare disordini. Ritieni che possa essere possibile?

No: troppo eterogenei. Non ne so molto ma si narra vengano anche dall'estero apposta per fare casino. Mi pare che alcuni siano negli anni stati identificati come già appartenenti a gruppi di ultras violenti di varie squadre di calcio, sia italiane che estere. Si tratta quindi di mercenari sociopatici cui non interessa ciò per cui stanno combattendo. A loro basta combattere. Sono dei “violenza dipendenti” che tramite tam tam telematico si organizzano per partecipare e rovinare questo o quell'evento. L'importante è che ci sia la Polizia. Sì, perché “non c'è gusto a vincere facile”, la gente comune si ritira, scappa, non li affronta, non è una sfida. Il cordone di Polizia invece sì, li eccita pensare ad un avversario che li fronteggia, che potrebbe anche fargli del male. Nel contempo hanno di fronte un avversario che combatte con le mani legate, perché non appena parte una qualche manganellata automaticamente il “black block di merda” per l'opinione pubblica diventa
una povera vittima inerme ed il Poliziotto, da difensore della legge, dell'ordine e dell'incolumità pubblica, diventa uno “sporco stronzo fascista”. Anche per questo alcuni agenti dell'antisommossa diventano più violenti: sono frustrati perché per l'opinione pubblica mentre ai manifestanti è concesso compiere qualsiasi atto, dal lancio di bottiglie molotov in giù, ai poliziotti viene sempre dato torto, sia che agiscano, sia che non agiscano. Chiedo venia, ma sinceramente non mi sono mai informato sui disordini perpetrati dai black block all'estero. Almeno penso che se sono per buona parte esteri faranno le loro scorribande anche al di fuori dell'Italia. O forse non le fanno perché se ci provano... altro che Polizia e Carabinieri, la Deutsche Polizei o la Guardia Civil sì che li
massacrerebbero! E anche l'opinione pubblica sarebbe dalla parte delle loro Forze dell'Ordine.
 

In generale, ritieni che lo Stato si ponga in modo adeguato di fronte alle proteste di questo tipo?


Se in una classe su 28 alunni ce ne sono 25 insufficienti in matematica, non vuol dire che in quella classe ci sono 25 somari. Il somaro è uno solo, e si trova dall'altra parte della cattedra. Quasi venti anni or sono si era presentata alle elezioni politiche la lista “Sì Referendum”, che proponeva di coinvolgere la cittadinanza in ogni singola importante decisione di governo. Altro che 13 inutili referendum sulla separazione delle carriere fra
giudici e magistrati, cosa di cui non gliene frega una mazza quasi a nessuno, ed infatti non si raggiunse il quorum. Referendum popolare, consultazione online: lo volete il ponte sullo stretto di Messina? Lo volete il TAV in Val di Susa? Ed il termo valorizzatore a Napoli? Senza quorum. Voto in base alla residenza e non alla cittadinanza: gli italiani all'estero vivono al di fuori della realtà del Paese, quindi non devono avere voce in capitolo. Dovrebbero invece poter far sentire la loro di voce coloro che, immigrati in Italia, vi lavorano e vi pagano le tasse. Un milione di italiani dice che non lo vuole, mezzo milione che lo vuole, ai restanti sessanta milioni non gliene frega nulla: NON si fa. Di certo oltre sessanta milioni di teste di cittadini ragionano meglio della testa di un singolo ministro. In una democrazia si deve accettare ciò che decide la maggioranza. Così facendo, anche se si dovesse intervenire con mezzi coercitivi per far rispettare una decisione, si avrebbe dalla propria parte la maggioranza della popolazione. Ma... forse sono un po' troppo utopista, forse il “super organismo Italia” non ha ancora una coscienza civile, pardon, un istinto di sopravvivenza, sufficientemente sviluppato per questo genere di democrazia. Ma sono fiducioso, dagli sbagli si acquisisce esperienza e saggezza e si cresce.

Grazie della disponibilità, saluta a modo tuo i lettori di InfoOggi.


Continuate così. Usate la Rete per tenervi informati anziché la televisione. La vita di tutti i giorni è importante, i fatti che potrebbero oggi o domani coinvolgervi direttamente, non il nome che Bechkam darà a sua figlia o la lista nozze di Brunetta. Imparate a non essere soggetti passivi, imparate a far sentire la Vostra voce. Fate i buoni e, se è giusta, rispettate la legge.


Paolo Rebellato


Autore
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