Irlanda: nel referendum sull'aborto vince il sì
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Irlanda: nel referendum sull'aborto vince il sì

sabato 26 maggio, 2018

IRLANDA, 25 MAGGIO 2018 - Mentre in Italia lo scorso 22 maggio ricorreva il quarantesimo anniversario dall’approvazione della legge 194 sul diritto delle donne di poter ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza in una struttura pubblica nei primi 90 giorni di gestazione, in Irlanda la popolazione si preparava al referendum del 25 maggio sull’aborto. 

La domanda recitava: “Si è favorevoli all’abrogazione dell’articolo 40.3.3 della Costituzione (noto come ottavo emendamento), introdotto nel 1983, e che aveva l’obiettivo di tutelare la vita del nascituro, e all’introduzione di un nuovo articolo che permetta al parlamento irlandese di legiferare sulla questione?”

Tre milioni i cittadini irlandesi chiamati alle urne: l'affluenza è stata alta, fino al 70% in alcune località, e il sì ha registrato il 75% dei voti a Dublino. L’ottavo emendamento impediva l’interruzione di gravidanza, non erano previste eccezioni neppure nei casi più estremi come stupro, incesto o malformazioni del feto. L'aborto era consentito solo laddove fosse in pericolo la vita della donna, un'unica eccezione che deriva dal Protection of Life During Pregnancy Act, un legge approvata nel 2013 in seguito all'ondata di pubblica indignazione per la morte, l’anno precedente, di una donna incinta, alla quale era stato impedito l’aborto.

In Irlanda, fino a ieri, chiunque procurasse o aiutasse una donna a procurarsi un aborto rischiava una condanna fino a 14 anni di carcere. Sono tollerate le interruzioni di gravidanza effettuate all’estero, pertanto migliaia di donne irlandesi erano costrette a spostarsi dal proprio paese per ovviare al divieto. Ma che paese è uno che non fa sentire al sicuro i propri cittadini? Forte il contributo del premier liberale, Leo Varadkar, apertamente gay, che avrà il compito di legalizzare l’aborto senza restrizioni fino a 12 settimane di gestazione e, in caso di donne con problemi di salute, fino a 24. Dopo questo periodo, l'interruzione sarebbe concessa solo in caso di anomalie del feto o rischi gravi per la salute della gestante.

È importante ricordare che paesi come l’Irlanda siano capaci di fare un passo così in avanti per riconoscere alla donna il principio di autodeterminazione, mentre a Roma si sta discutendo di chiudere la Casa Internazionale delle donne, che rappresenta il luogo per le donne che vivono la capitale di ascolto, cura e condivisione.

In Europa, solo a Malta l’aborto è completamente illegale; e l’Irlanda è il secondo Paese con le maggiori restrizioni. Seguono Polonia e Finlandia, dove è permesso in caso di incesto o stupro.

Fonte immagine Il Post

Claudia Cavaliere


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