Isole contese: nave da guerra Usa nelle Spratly rivendicate dai cinesi. Ira di Pechino
Estero Calabria

Isole contese: nave da guerra Usa nelle Spratly rivendicate dai cinesi. Ira di Pechino

martedì 27 ottobre, 2015

PECHINO, 27 OTTOBRE 2015 - Gli Stati Uniti sfidano le rivendicazioni cinesi e inviano una nave da guerra nel Mar della Cina del Sud, a 12 miglia nautiche dalle isole artificiali che Pechino ritiene essere nei suoi confini territoriali. La ‘prova di forza’ della nave da guerra statunitense per dimostrare il principio della libertà di navigazione in quelle che gli Usa considerano acque internazionali è durata poco più di tre ore, ignorando gli avvertimenti di Pechino. [MORE]

Lo afferma un funzionario del Dipartimento della Difesa citato dalla stampa americana, sottolineando che gli Usa non hanno avvertito Pechino dell'ingresso della nave da guerra perché farlo avrebbe voluto dire indebolire il messaggio. "Non è necessario consultare nessuno quando si esercita il diritto della libera navigazione in acque internazionali", ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby. La Cina reclama da anni aree nel sud e nell'est del Mar Cinese e il progetto cinese di costruire arcipelaghi artificiali ha sollevato critiche da parti di diversi paesi asiatici che si oppongono alla legittimità delle isole.

Secondo la Cnn il cacciatorpediniere USS Lassen ha lasciato verso le 5 ora italiana la zona entro le 12 miglia nautiche (limite delle acque territoriali rivendicate dai cinesi) dalle due isole artificiali di Subi e Mischief costruiti da Pechino dal nulla sulla barriera corallina appena affiorante nell'arcipelago delle Spratly. Una serie di isole rivendicate anche da Vietnam, Filippine, Taiwan e Malaysia.

Pechino ha protestato con vigore, defininendo l'azione come "un'illegalità e un errore che non si dovrà più ripetere", ma non ha comunque reagito aggressivamente all'ingresso del cacciatorpediniere - scortato dall'alto da due aerei per la ricognizione aerea, per registrare qualsiasi eventuale risposta ostile - nonostante il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, avesse "consigliamo agli Usa di ripensarci prima di agire, e di non agire ciecamente o creare problemi dal nulla".
 


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