Ius Soli, Lupi: "Non è una priorità"
Politica Lazio

Ius Soli, Lupi: "Non è una priorità"

mercoledì 6 settembre, 2017

 ROMA, 6 SETTEMBRE – “Non si può spaccare il Parlamento, il Paese ha altre priorità” così Maurizio Lupi, capogruppo di Alternativa Popolare alla Camera, ha espresso la propria contrarietà ad una possibile fiducia sull’approvazione della legge introduttiva dello Ius Soli.[MORE]

“Noi non diciamo no, lo voglio mettere a verbale: chiediamo solo di migliorare il testo al Senato” ha poi aggiunto l’ex ministro delle infrastrutture, ricordando inoltre come circa due anni fa il testo fu approvato proprio dalla Camera anche con il sostegno dei parlamentari di AP.

Ad ogni modo, per Lupi le priorità attualmente sono differenti, su tutte l’approvazione al Senato della nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza. “Domando a Orlando, Minniti e Zanda, è più importante non far scattare l’aumento dell’Iva o creare guerriglia a Palazzo Madama?” ha affermato il deputato centrista.

Sempre al Corriere della Sera, l’ex ministro si è poi detto convinto che anche stavolta “vincerà il senso di responsabilità”, da intendersi non già come manifestazione di scarsa sensibilità su temi complessi come lo Ius Soli, ma come scelta di opportunità politica per evitare una frattura in Parlamento e nel Paese a fine legislatura.

Il testo della legge, licenziato dalla Camera nel 2015, è attualmente all’esame di Palazzo Madama. Al Senato il Partito Democratico non può contare solo sulle proprie forze, e tanto da Alternativa Popolare quanto da Gal è difficile aspettarsi un voto favorevole.

Anche gli altri partiti si sono schierati in maniera più o meno apertamente contraria alla legge. Il Movimento 5 Stelle per il momento non ha presentato emendamenti, ma resta sfavorevole all’approvazione del testo. Barricate invece da parte della Lega Nord, che ha presentato quasi 50mila emendamenti, dichiarandosi pronta a fare di tutto pur di impedire l’entrata in vigore dello Ius Soli.

Quale sarà il prossimo passo del Partito Democratico non è ancora chiaro. Lo scenario, tuttavia, sembrerebbe suggerire un possibile dietrofront per evitare una sconfitta in Parlamento, o al più la posizione della questione di fiducia prima dell’approvazione della nota integrativa del DEF.

Paolo Fernandes

Foto: qn.quotidiano.net


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