L'Oceano in un bicchiere: intervista all'autore napoletano Tonino Porzio
Interviste Campania

L'Oceano in un bicchiere: intervista all'autore napoletano Tonino Porzio

lunedì 16 marzo, 2015
 

NAPOLI, 16 MARZO 2015- “Questa è una storia di gente comune che non ha un cavolo da fare tranne che vivere”. Inizia così “L'Oceano in un bicchiere”, opera prima del napoletano Tonino Porzio, classe '83 ed una brillante prova da scrittore. Il romanzo è ambientato nel quartiere partenopeo di Bagnoli, famoso per esser stato la sede di numerose industrie ed acciaierie fino agli anni novanta. Uno spaccato di vita di una famiglia come tante, un angolo di città quasi dimenticato dopo la chiusura delle fabbriche e l'impoverimento della zona, ed un giovanotto che ama il mare e leggere Dostoesvskij sotto al bancone del bar in cui lavora.

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  Una storia essenzialmente ricca di coraggio ed umiltà, in cui il protagonista si ritrova a causa di una donna a tentare una rapina ed il giorno dopo direttamente al carcere di Poggioreale. Lì Pietruccio il protagonista, capisce che anche dietro le sbarre il “sistema camorra” viene retto benissimo e ci sono carcerati di serie A e di serie B. Un finale aperto che può trovare mille interpretazioni e tante altri risvolti della storia, così Tonino Porzio riesce a raccontare con un linguaggio semplice, diretto e soprattutto ricco di parole in dialetto, per poter esprimere al meglio il senso di certe frasi, scene di vita vissuta partenopea. Bagnoli rivive sotto gli occhi del lettore con malinconia, anzi apucundria ma anche tanto odio verso chi ha ridotto un intero litorale inutilizzabile ai cittadini. Un mare non mare che sa di mercurio e cemento che anche involontariamente ti regala una visuale ed un panorama senza poterne sfiorare nemmeno la bellezza. E così incontriamo l'autore di questa opera prima pubblicata da una piccola casa editrice di Napoli “Ad Est dell'Equatore”.

 

1)La Bagnoli dell'ex Italsider, del mare inquinato e dell'odore di metallo fa da sfondo al tuo primo racconto, pubblicato nel 2013. Come è cambiato il tuo quartiere negli anni e cosa hai voluto trasmettere al lettore del luogo in cui hai vissuto?
Bagnoli non é lo sfondo della mia storia, è lo sfondo della mia vita, è la mia storia, è Bagnoli la vera protagonista del libro, il posto dei sogni, il libero arbitrio tra la salute e il benessere economico, la fabbrica non c'è quasi più ma bagnoli non è nel verde, è al verde. Non è più un posto ma solo nostalgia che cammina sulle gambe delle persone. Ovviamente non credo che andrò mai via da qui. ”


2)Pietruccio, il protagonista del tuo racconto si cimenta in tantissimi lavori umili con impegno e dedizione ma finisce in prigione ed anche lì non smette di leggere e di rifugiarsi nella letteratura. Anche per Tonino, i libri sono una cura per l'anima?
“I libri sono importanti, ti permettono di conoscere ciò che la strada non ti insegna, cultura di strada e tradizione popolare secondo me sono complementari alla letteratura, non è una cura è insegnamento e volontà di scoprire la mente umana fino a dove si può spingere, le parole sono tante ma comunque finite, è il modo di ordinarle tra di loro che è infinito.


3)Oltre ad essere uno scrittore sei anche un rugbista, è più facile correre in campo o far scorrere le parole su un foglio bianco?
“E' decisamente più facile fare scorrere le parole su un foglio bianco, non hai avversari e non hai responsabilità nei confronti di nessun altro. Stai tu e tu e chi ti legge che diventa un po' te o ti butta via perché non sei il suo tipo”


4)Il tuo linguaggio così colorito e forte è stata anche la chiave del successo del romanzo. Hai descritto una napoletaneità che non è uno stereotipo o l'arte di arrangiarsi ma anche una spiccata sensibilità verso la città. Che rapporto hai con Napoli?
“Napoli è una grande madre, è la città dove devi tenere gli occhi aperti anche quando dormi e gli occhi chiusi di giorno per non vedere certi fatti, la città dell'appartenenza e del compromesso ma anche del cosmopolitismo e dell'integrazione, della fratellanza universale. Napoli è la città delle persone comuni, il mondo appartiene alla gente comune, non abbiamo più bisogno di eroi.”


5)Dopo il successo del primo lavoro, quanto dobbiamo aspettare per un secondo romanzo?
“Ad alcune domande proprio non so rispondere, c'è qualcosa in cantiere ma anche molti cantieri da portare avanti.”

 


Nicoletta de Vita


Autore
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