La forza della Parola nel nostro contesto sociale
Fantasticherie del cuore Calabria

La forza della Parola nel nostro contesto sociale

mercoledì 1 novembre, 2017

Quando una persona con riesce a connettersi con il profilo divino si procura un forte danno. Si provoca di fatto la perdita di un’occasione che migliore non c’è, se si vuole concorrere a cambiare i destini personali e quelli del mondo intero. Il mio maestro spirituale, da quarant’anni devoto alla Madre della Redenzione, spesso ricorda che la grazia più grande che Maria possa concedere a qualcuno è quella di tutelarlo per tutta la vita nel tenere la Parola di Gesù nel cuore. Una tale santa opportunità vale anche quando la stessa si presenta dal tono duro e nell’immediato quasi incomprensibile. Così in Matteo 10, 37: “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me…”. C’è forse da meravigliarsi se qui venga espressamente detto che i propri familiari vengano dopo il Figlio dell’Uomo? [MORE]

Non si tratta di un affondo alla stessa famiglia, ma di una verità che se accolta, rafforza la dimensione sociale, morale e spirituale di una singola persona, per consentirle di vivere compiutamente ogni dimensione umana. Si tratta perciò di una indicazione divina che tutela di fatto il rapporto sacro con il padre e la madre (quarto comandamento) e l’oggettivo ed equilibrato rapporto relazionale con gli altri. Intendere questo passaggio significa predisporsi in modo adeguato a registrare le sollecitazioni che il Signore ogni giorno attiva sull’uomo nelle forme più svariate. Esortazioni e suggerimenti preziosi che comunque sono sempre “consultabili” nelle sacre scritture, facendosi accompagnare in piena umiltà dal discernimento di un Padre spirituale.

Ma c’è di più! L’uomo che come Maria Vergine riesca a saper preservare nel cuore e nella mente ogni cosa che viene dal Signore, avrà forza fisica e intellettiva a sufficienza per meglio indirizzare la sua vita e quella degli altri. Si legge in Luca 2, 19, dopo la visita dei pastori nella grotta di Betlemme: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Ancora in Luca 2,51, mentre Gesù, dopo essersi fermato di sua iniziativa nel Tempio, si trovava in cammino verso Nazareth con i suoi genitori stando loro sottomesso: “E sua madre serbava tutte queste cose nel cuore”.  Quasi un lento cammino pedagogico spirituale che permette alla Madonna di prepararsi al governo di ciò che la vita le riserverà tra grandi gioie e sofferenze senza uguali, per poi in umiltà essere investita di un compito celeste universale per la salvezza dell’umanità.  

Non è cosa facile in un mondo ingigantito da mille illusioni procedere in questa direzione.  Gli innumerevoli stimoli esterni consentono ad ognuno di essere al centro di ogni scoperta del mondo materiale, quasi a farlo sentire il protagonista assoluto di quel momento. Il rapporto con il cielo diventa così un’occasione rituale e la voce del Signore non riesce a penetrare nell’animo di alcuno. E’ necessario perciò che il vangelo ritorni al centro, anche se la società attuale tenda a riscoprire un nuovo materialismo che afferma un edonismo individualista, sempre più lontano da una visione cristiana della vita. Quanto Maria custodiva nel cuore, meditandolo e di riflesso vivendolo al di fuori di sé stessa, solleciti ognuno a questa santa pratica vitale, qualunque sia la funzione ricoperta. Un modo certo per riprendersi la capacità interiore di ascoltare la voce del Signore e contribuire a cambiare la storia, promuovendo il benessere materiale e spirituale del nostro contesto sociale.

 

Egidio Chiarella

Seguici anche su Facebook Troppa Terra e Poco Cielo


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Fantasticherie del cuore.