La Romania al voto: chi sarà il nuovo presidente?
Estero Lombardia

La Romania al voto: chi sarà il nuovo presidente?

sabato 1 novembre, 2014

BUCAREST, 1 NOVEMBRE 2014 - La Romania di nuovo al voto. Domenica 2 novembre, dopo le elezioni europee dello scorso maggio, i cittadini romeni torneranno alle urne per eleggere questa volta il loro Presidente.

Secondo quanto previsto dalla Costituzione, viene eletto Presidente della Romania il candidato che ottiene la maggioranza assoluta al primo turno. Se così non fosse ne conseguirà un vero e proprio ballottaggio, in questa tornata elettorale fissato per il 16 novembre, nel quale a contendersi la prestigiosa posta in palio saranno i primi due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze.

A decidere chi far salire a Palazzo Cotroceni per i prossimi cinque anni, questa la durata del mandato presidenziale dopo la modifica apportata alla Costituzione nel 2003, saranno, almeno in potenza, 18.313.698 elettori romeni. In soldoni, significa che per essere eletto presidente al primo round saranno necessari 9.156.850 voti. Un dato non indifferente, soprattutto se si considera che dopo la caduta del regime comunista, nel 1989, soltanto in un caso, ovvero nel 1990, la Romania elesse il proprio presidente al primo turno. Detentore di tale record è Ion Illiescu che vinse con 12.232.498 voti.

Al di fuori della Romania saranno in tutto 294 i seggi elettorali. Significativo l'aumento di seggi elettorali in Moldavia, adesso 21 e non più 13, con Spagna ed Italia ad essere tra le nazioni con il numero più cospicuo, rispettivamente 38 e 51.

 

Chi sono i candidati alla presidenza?

La corsa a Palazzo Cotroceni vede ben 14 sfidanti: Victor Ponta (PSD-PC-UNPR), Klaus Johannis (Alleanza cristiano-liberale), Elena Udrea (Movimento Partito Popolare), Kelemen Hunor (Unione democratica degli ungheresi in Romania), Dan Diaconescu (Partito Popolare – Dan Diaconescu), Costantin Rotaru (Partito Alleanza Socialista), Corneliu Vadium Tudor (Partito Grande Romania), William Branză (Partito Ecologista), Mirel Mircea Amaritei (Prodemo), Szilagyi Zsolt (Partito Popolare Magiaro in Transilvania), e gli indipendenti Teodor Melescanu, Calin Popescu-Tăriceanu, Monica Macovei e Gheorghe Funar

Gli attuali sondaggi dicono che l’uomo da battere è Victor Ponta: primo ministro dal 2012 e leader del Partito socialdemocratico (PSD) dal febbraio 2010. A rincorrere Ponta, sempre secondo i sondaggi, dovrebbe essere Klaus Johannis, il quale dallo scorso giugno è leader del Partito Nazionale Liberale (PNL). 

 

Le questioni in gioco

Una situazione politica, quella romena, che nell’ultimo decennio è stata contrassegnata dalla figura discussa quanto intramontabile, dell’uscente presidente della Romania, Traian Băcescu. Ex leader del PD-L, adesso sostenitore del nuovo partito Partito Movimento Popolare (PMP), Băcescu, durante i suoi due mandati, che per altro gli impediscono come previsto dalla Costituzione di ricandidarsi, per ben due volte è stato sospeso con voto del Parlamento con l’accusa di impeachment, ovvero di intromissione nei compiti istituzionali di esclusivo compito del Governo o del Parlamento.

 

Altro problema che grava sulla già difficile situazione politica della Romania è l’incapacità di contrastare il fenomeno della corruzione, ma anzi di favorirlo. A tal proposito è sufficiente notare come nello scorso dicembre il parlamento romeno ha approvato una legge sulla cosiddetta “Amnesty”, ovvero l’esonero di ministri e affini, parlamentari e avvocati, dai reati di corruzione, abuso d’ufficio e conflitti di interesse. 

Tanti altri i temi caldi che il nuovo inquilino di Palazzo Cotroceni dovrà affrontare. Ad esempio come e se sfruttare le risorse minerarie del paese. Ed in questo ambito il pensiero muove inevitabilmente verso la miniera d’oro di Rosia Montana, per la quale, ad esempio, il presidente Băsescu era intenzionato a promuovere l’uso del cianuro per le attività di estrazione. Un piano che se realmente attuato risulterebbe altamente inquinante e pericoloso per la salvaguardia dell’ambiente.[MORE]

Infine, sarà imprescindibile il ruolo e le istanze della minoranza ungherese, che non a caso in questa competizione elettorale è rappresentata da due candidati: Szilagyi Zsolt (PPMT) e Kelemen Hunor (UDMR). Al prossimo Presidente della Romania arriverà la proposta di legge elaborata dall’UDMR. Un disegno di legge che richiede una redistribuzione amministrativa territoriale nella quale è prevista l’abolizione dei distretti attuali. 
 

(Immagine da wordpress.com)

Giovanni Maria Elia


Autore
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