Catanzaro: Concerto "Liberi di sognare"
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Catanzaro: Concerto "Liberi di sognare"

lunedì 15 dicembre, 2014

CATANZARO, 15 DICEMBRE 2014 - - Il coro dell'Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti nel carcere di Catanzaro Sabato 13 dicembre si è svolto a porte chiuse e “telecamere spente” il concerto di S. Lucia “Liberi di sognare”, il primo dei due appuntamenti all’interno della Casa Circondariale di Catanzaro con la corale dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti (UIC) sezione di Catanzaro e diretta dall’instancabile Presidente Luciana Loprete. Prevista la replica giorno 20 dicembre, questa volta alla presenza dei detenuti di media sicurezza. L’evento organizzato all’interno della struttura si è avvalsa anche della collaborazione di Mario Sei, presidente di Teatro 6, che da tempo è impegnato all’interno della casa circondariale con due laboratori teatrali destinati rispettivamente ai detenuti-attori di alta sicurezza e l’altro destinato ai detenuti-attori di media sicurezza[MORE]

Il tutto è stato possibile grazie alla disponibilità della Presidente e del direttivo dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti – sezione di Catanzaro – la cui corale di recente si è anche esibita in altre due realtà carcerarie, quella del Nisida di Napoli e quella del Malaspina di Palermo.

Ciò che è avvenuto sabato nell’arco di due ore all’interno del carcere di Catanzaro risulta assai difficile da raccontare per via della grande emozione che si è respirata. Senza l’ausilio di particolari sovrastrutture o ricercate performances, si è creata un’atmosfera irripetibile e che certamente è destinata a restare indelebile nella memoria dei presenti. Non è stato un semplice concerto natalizio ma un incontro tra due realtà per certi versi accomunati da una forma di cecità, quella fisica certamente e quella che - per chi vive di grandi pregiudizi -può essere intesa e definita come “cecità morale”. Non a caso Mario Sei, di concerto con Luciana Loprete, hanno deciso di intitolare il concerto di Santa Lucia “Liberi di sognare”, la libertà di sognare non conosce limiti, non conosce ostacoli. I due beni forse più preziosi e irrinunciabili, la vista e la libertà, sono stati gli ingredienti di un’indimenticabile esperienza di vita. Sentita la partecipazione dei 132 detenuti di alta sicurezza, molti dei quali, visibilmente commossi, sono rimasti letteralmente rapiti dalla grande sensibilità con cui il tutto è stato organizzato molto semplicemente.

Si sono susseguiti per tutto il tempo brani musicali classici e melodie natalizie, passando per brani di musica leggera, il cui repertorio verteva essenzialmente sulla “emarginazione”. Sono stati letti con grande passione dei passi di Montale e di Madre Teresa di Calcutta, sulla vita in particolare. Due i quadri teatrali messi in scena dall’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti che hanno divertito il pubblico, ma regalando anche dei momenti di riflessione sui nostri sterili pregiudizi. Il concerto organizzato proprio in occasione della festività di Santa Lucia, protettrice dei ciechi ed ipovedenti e nella ricorrenza della 55^ giornata mondiale della cecità ha entusiasmato tutti, ma forse è più giusto dire che ha emozionato tutti i presenti. Presenti i vertici della struttura al completo, la direttrice, Angela Paravati, il Comandante e la vice del corpo di Polizia Penitenziaria, l’educatrice Vincenza Di Filippo e tante altre autorità. Luciana Loprete, Presidente dell’UIC e brava cantante solista ha incantato tutti, oltre che per la sua particolare sensibilità nei confronti dei detenuti anche per la sua dolce voce.

Emozionante in particolare l’incontro tra un detenuto (M.) ed Aldo, un cieco dalla nascita. Un abbraccio di fratellanza tra i due che in qualche modo ha riassunto il senso dell’evento, far incontrare due realtà apparentemente lontane tra di loro ma accomunate dal desiderio di farcela, di ricominciare ogni giorno, di superare ostacoli insormontabili. Un’esperienza quindi forte di testimonianza della vita che non ha barriere, che non ha catene, ma che in quanto tale deve essere vissuta appieno, nonostante tutti, nonostante tutto. Gli altri, quelli definiti “normali” non possiamo fare altro che imparare da loro e soprattutto… a lamentarci di meno!
M.S.
 


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