Londra, Fallon si dimette dopo le accuse di molestie sessuali
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Londra, Fallon si dimette dopo le accuse di molestie sessuali

giovedì 2 novembre, 2017

LONDRA, 2 NOVEMBRE - Il ministro della Difesa britannico, Michael Fallon, si è dimesso sull’onda delle accuse di molestie sessuali che lo hanno toccato assieme ad altri esponenti conservatori e membri del governo di Theresa May. La premier britannica ha nominato al suo posto Gavin Williamson, che occupava il ruolo di capogruppo dei Tories ai Comuni e che non ha alle spalle precedenti incarichi ministeriali. [MORE]

A Londra, intanto, continua a infuriare la bufera. Nell’occhio del ciclone resta il numero due dell’esecutivo, Damian Green, sessantunenne segretario di Stato, non solo finito nell’anonimo dossier sugli abusi sessuali e i comportamenti riprovevoli a Westminster, ma anche accusato direttamente da un’attivista trentunenne, Kate Maltby, di averla palpeggiata in un pub nel 2015 e di averle mandato sms allusivi nel 2016. Green nega tutto, ma nel frattempo il primo ministro ha lanciato un’indagine interna sul suo fedele alleato e c’è chi, fra i Tories, chiede le sue dimissioni.

La già indebolita May si ritrova così ancora più in difficoltà: Green rappresenta per lei un vero e proprio punto di riferimento, indispensabile per la sua esperienza e le sue doti di mediatore in un partito spaccato sulla Brexit e non solo. Fra i due c’è anche un legame personale, essendo coetanei e amici dai tempi dell’università. Il primo ministro deve comunque agire a fronte delle critiche che arrivano da più parti: ha lanciato un'inchiesta interna per far luce sulle accuse a Green e ha convocato i leader degli altri partiti per discutere delle azioni urgenti da prendere. Ha promesso un approccio il più possibile trasparente allo scandalo - che fino ad ora ha riguardato soprattutto il suo partito - e misure a protezione del personale di Westminster soggetto agli abusi da parte degli esponenti politici.

La premier ha dovuto affrontare anche le accuse lanciate dalla giovane deputata laburista Lisa Nandy, che le ha rinfacciato in aula di averle per tre volte segnalato un clima di abusi sessuali e ricatti all’interno dei partiti, senza che May agisse di conseguenza. L’attenzione è però tutta puntata su Green, dopo che sul Times la Maltby ha raccontato prima dell’incontro nel pub e poi dell'imbarazzante messaggio che avrebbe ricevuto dall'esponente di governo l'anno successivo. Un sms nel quale il vice premier, sposato e con due figli, le proponeva di rivedersi dopo tanto tempo e aggiungeva: “Avendoti ammirata in corsetto sul mio tabloid preferito (la Maltby era apparsa così in una foto sul Times), mi sento obbligato a chiederti se sei libera per un drink in qualunque momento”.

La Maltby ha spiegato quindi di essersi sentita “imbarazzata e professionalmente compromessa”. Green, da parte sua, nega con forza il primo episodio, mentre conferma l’sms, minimizzandolo nei termini di un messaggio “in spirito di amicizia" fra "due amici che si accordano normalmente per rivedersi, e niente più". La sua immagine appare comunque già piuttosto compromessa. Anna Soubry, deputata Tory e già viceministro sotto David Cameron, ha dichiarato: “Personalmente, io direi che in presenza di un’investigazione ci deve essere qualche meccanismo in base al quale ti devi dimettere, devi farti da parte e lasciare l’incarico fino alla conclusione dell’indagine”. D'opinione opposta Margot James, sottosegretaria in carica all'Industria, secondo la quale è invece prematuro parlare di dimissioni. La palla avvelenata è, dunque, nelle mani della May.

Claudio Canzone

Fonte foto: quotidiano.net


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