Lunedì 19 Ottobre: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita.
Chiesa e Società Calabria

Lunedì 19 Ottobre: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita.

lunedì 19 ottobre, 2015

 Vangelo del giorno
Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio». (Lc 12,13-21)[MORE]

L’attaccamento ai beni della terra è stoltezza. Oggi ci sono, domani non ci sono. Ma anche: oggi noi ci siamo, domani non ci siamo. La scena di questo mondo passa veloce. È un attimo. Quale dovrà essere allora la nostra saggezza? Trasformare ogni nostro bene in eternità beata. Questo avviene solo con l’elemosina e le opere della misericordia sia corporale che spirituale. È saggio chi fa di un bene deperibile un bene eterno. È stolto invece chi li accumula. Sono perduti per il tempo e per l’eternità.
Gesù non venne per accumulare, ammassare. Venne per dare, per spogliarsi, per privarsi di tutto. della sua carne e del suo sangue Ne fece un sacramento di vita eterna per il mondo intero. Anche del suo Santo Spirito Lui si privo. Lo fece sgorgare dal suo corpo come fiume di vita per ogni uomo. Anche della Madre Lui si spogliò. La diede all’Apostolo Giovanni perché l’accogliesse come sua vera Madre. Dinanzi a tanto svuotamento e annientamento di sé, vi potrà essere un solo suo discepolo che ammassi qualcosa sulla terra? Se ammassa non è discepolo di Gesù. Gesù è colui che si svuota e che insegna come svuotarsi. Entra nel regno dei cieli chi si è svuotato ed è divenuto leggero come una piuma, anzi come un alito di vento. Quanti sono appesantiti dalle ricchezze non volano vero il Cielo, precipitano verso l’inferno. È verità evangelica.


Santo del giorno: San Paolo della croce
Nacque ad Ovada in Piemonte, da nobile famiglia oriunda di Castellazzo, presso Alessandria. Quando nacque, la camera si illuminò di vivissima luce, e ancora fanciullo fu dall'augusta Regina del cielo salvato da certo naufragio.
Fin da piccolino manifestò il suo amore per Gesù e, contemplando i dolori e le sofferenze del Maestro, incominciò il duro esercizio della penitenza.
Infiammato dal desiderio del martirio, già s'era arruolato nella flotta veneziana, pronta per abbattere la mezzaluna che minacciava l'Europa cristiana; ma poi, avendo compreso che ben altra era la volontà divina, lasciò la milizia terrena e formò una valorosa schiera di soldati del Redentore: i Passionisti. Essi si proponevano di far conoscere a tutti i dolori sofferti da Dio per salvarci, e con la loro rigida disciplina, riparare tanti peccati, causa dei dolori di Gesù Crocifisso. Ritornò in patria e, rifiutate le nozze, abbandonata l'eredità paterna, s'incamminò per la regale via della croce. Ricevette dal suo Vescovo una rude tonaca e dietro suo comando si diede alla predicazione.
A Roma, potè studiare regolarmente teologia e dove dal Sommo e fu consacrato sacerdote. Ottenuta la facoltà di formare la nuova congregazione, coi primi figli si ritirò nella solitudine di Monte Argentaro, in Toscana, ove già prima la SS. Vergine l'aveva invitato, indicandogli la nera divisa, decorata dello stemma della passione; quivi gettò le fondamenta della sua nuova famiglia dandole le regole, ed aggiungendo ai tre consueti voti quello di promuovere il ricordo della passione.
Grande fu il bene compiuto da questa Congregazione. Innumerevoli eretici, meditando le sofferenze e i dolori di Gesù, riconobbero il loro peccato e pentiti ritornarono in seno alla Chiesa Cattolica.
Tanto era viva la fiamma di carità in quell'anima santa che si palesò anche esternamente bruciandogli spesso la flanella di cui era vestito; nel celebrare non poteva trattenere le lacrime e sovente era rapito in estasi, sollevato da terra, circonfuso da vivida luce.
Fu favorito di molti doni celesti: rivelazioni, colloqui divini, profezie, il dono delle lingue. Era amato e stimato dai Sommi Pontefici, eppure l'umile Santo si chiamava grande peccatore, degno d'essere calpestato dai demoni.
Nonostante una vita sì penitente, arrivò a veneranda vecchiaia; il 28 aprile del 1775, dati gli ultimi paterni ammonimenti ai suoi diletti figli, ricevuti i Ss. Sacramenti, ricreato da una celeste visione volava al suo Redentore.

PRATICA. Gesù crocifisso sia l'oggetto del nostro amore: egli ci ha amati fino alla morte di croce

Don Francesco Cristofaro
www.donfrancescocristofaro.it

@CristofaroFranc


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