Manifestazione al Pantheon contro la "Legge bavaglio"
Politica Lazio

Manifestazione al Pantheon contro la "Legge bavaglio"

giovedì 29 settembre, 2011

ROMA, 29 SETTEMBRE 2011 – Grande mobilitazione di giornalisti e non alla manifestazione al Pantheon contro il Ddl intercettazioni, che tornerà in aula mercoledì 5 ottobre. Parecchie le adesioni alla manifestazione di oggi, che durerà fino alle 18, indetta dal “Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo”, per dire no alla cosiddetta “legge bavaglio”. [MORE]

Tra i primi interventi quello di Maria Luisa Busi, la giornalista che più di un anno fa lasciò il tg1, che oggi ha detto: «Diranno anche questa volta che questa è la piazza peggiore, io penso non solo che non sia la piazza peggiore ma che questa è la più vera perché è pieno di cittadini che vogliono regole, costituzionalità e rigore». La giornalista parla poi di “Giulia”, la Rete delle Giornaliste Unite Libere Autonome e del loro appello sostenendo che «la situazione della donne nel nostro paese è intollerabile, questo deve riempire di sdegno non solo le donne ma anche gli uomini». «Le giornaliste non vogliono avere bavagli, vogliono essere libere di narrare il paese per quello che è». E conclude: «com’è possibile che bisogna ancora lottare per essere rispettate e libere, per essere rispettati e liberi?».

Poi si arriva a parlare dell’informazione pubblica. «Alla Rai il bavaglio l'hanno già messo – spiega Alessandra Mancuso dell'Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai) – riducendo gli spazi del Tg3, chiudendo Annozero mettendo la mordacchia al Tg1». «La Rai è un bene pubblico e deve ritornare il pluralismo» conclude la Mancuso. Si cita anche Valigia blu, il gruppo di blogger che oggi ha consegnato al Presidente del Consiglio una pacco regalo contenente più di 13mila firme. Guido Columba, presidente dei cronisti italiani dice che il disegno di legge non deve passare «perché i giornalisti devono poter dare le notizie in tempo reale».

Per Enzo Iacopino, presidente dei giornalisti: «C'è una legge che regola l'Ordine che impone ai giornalisti di dire sempre la verità con rispetto per le persone. Questa legge che si vuole approvare indica che noi siamo scomodi e questa è una cosa sana perché compito del giornalista è essere scomodo. Il filo che intesse il bavaglio è più lungo di quello che compone la legge sulle intercettazioni. Passa per il ricatto degli editori che obbligano i collaboratori ad accettare 2-3 euro a pezzo e passa per i troppi conflitti di interesse che affliggono questo Paese».

In base a un accordo unanime tra i gruppi parlamentari, mercoledì 5 ottobre, a partire dalle 12.30, si voteranno in aula le pregiudiziali di costituzionalità sul ddl delle intercettazioni presentate dalle opposizioni.

Durante il vertice di maggioranza di oggi a palazzo Grazioli, in cui il grande assente era Umberto Bossi, si è discusso anche di questo tema. Proprio oggi dal ministro della Giustizia Nitto Palma è arrivata una prima accelerata al provvedimento: «E’ arrivato il momento di fare qualcosa: non è possibile che finiscano sui giornali conversazioni che riguardano la vita privata delle persone, indagate e non» ha dichiarato al Messaggero il Guardasigilli.

In Foto: manifestanti al Pantheon. Fonte: Ansa

Marika Di Cristina
 


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