Martino (Pdl) sulla manovra: "se passa così, pronti alla marcia anti-fisco"
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Martino (Pdl) sulla manovra: "se passa così, pronti alla marcia anti-fisco"

mercoledì 17 agosto, 2011

ROMA, 17 AGOSTO 2011 - La manovra finanziaria per risanare l'enorme debito pubblico italiano sbarcherà oggi a Palazzo Madama. L'assemblea è convocata per le 16:30, mentre l'esame del decreto da parte delle commissioni di Affari Costituzionali e Bilancio inizierà giorno 22 agosto.

Molte le polemiche, ma molte anche le soluzioni, che arrivano da fonti più disparate, fra cui anche lo sterminato web.[MORE]

Anche questa volta le controversie non sono alimentate solo dall'esterno: oggi è infatti Antonio Martino (Pdl) a dire la sua, e lo fa con toni provocatori, ma pur sempre proteggendo il suo leader.
Promuove infatti l'idea di una marcia anti-fisco su Roma, se la manovra dovesse passare così com'è, nel giorno dell'anniversario della marcia torinese teapartista del 23 novembre 1986. Secondo lui però, la colpa non sarebbe di Berlusconi, che “non se l'aspettava” e solo in parte di Tremonti. Si scaglia infatti contro la Bce e contro la Banca d'Italia che, a suo avviso, dovrebbero “farsi gli affari loro”. Continua però lanciandosi contro il suo stesso partito: il Pdl “è pieno di socialisti: Frattini, Sacconi, Brunetta, Cicchitto, Tremonti” e “quelli che senza dirlo soffrono di mal di pancia, dentro il partito, sono la quasi totalità”.

Calderoli si scaglia invece, non per la prima volta, contro i calciatori, i quali hanno espresso un'intenzione di sciopero, forse anche per richiedere che siano le società a pagare il contributo di solidarietà previsto dalla manovra: “fanno i capricci – afferma - non so se sia giusto o meno il contributo di solidarietà ma se c'é qualcuno dovrebbe pagarlo sono proprio i calciatori che rappresentano la casta dei viziati”. “Se dovessero continuare a minacciare scioperi o ritorsione – continua il ministro leghista - proporrò che come ai politici anche ai calciatori venga raddoppiata l'aliquota del contributo di solidarietà”.
Formigoni suggerisce invece di vendere Rai e Poste per ovviare al problema “debito pubblico”, perché “la casa brucia e non c'é tempo da perdere”.

Voci di protesta si levano anche dal suolo americano: stranamente però a parlare è qualcuno che vorrebbe avere tasse maggiorate. È Warren Buffet, imprenditore statunitense ultramiliardario, che riprende i leader mondiali per aver chiesto “sacrifici condivisi” ma avere risparmiato lui e i suoi “amici”, in quanto continuano a godersi i loro “sgravi fiscali straordinari”. Secondo lui non è neanche vero che un maggior carico fiscale porterebbe a minori investimenti dei ricchi: “Conosco bene molti mega-ricchi - afferma - fanno un sacco di filantropia. Alla maggioranza non dispiacerebbe sborsare di più”.

Intanto il Pdl si dice aperto ad ipotesi migliorative della manovra e starebbe valutando l'idea, proposta dal Pd, di tassare i capitali rientrati in Italia con lo scudo fiscale, ma diminuendo la percentuale suggerita all'1-2%.

Marta Lamalfa


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