Matteoli a Catanzaro: Discorso On. Gabriella Albano
Politica Calabria

Matteoli a Catanzaro: Discorso On. Gabriella Albano

sabato 1 marzo, 2014

CATANZARO, 01 MARZO 2014 - Prima di iniziare consentitemi di rivolgere un doveroso ringraziamento al Senatore Matteoli, presidente della Fondazione della Libertà per il bene comune che oggi ci onora della Sua presenza per questa importantissima serata. A lui intendo rivolgere non solo il mio saluto, ma quello più generale e caloroso dell’intera città. Voglio ringraziare e salutare anche le personalità presenti in sala, rappresentanti di mondi diversi e di organi differenti tutti integrati nel tessuto sociale del nostro territorio. Vedo le istituzioni, i rappresentanti del mondo dell’impresa, i presidenti degli ordini professionali, le associazioni di categoria, così come le autorità religiose, militari ed accademiche. Vedo anche tanti cittadini comuni, e questo mi riempie di gioia e mi rincuora.
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E’ bello vedere una così grande partecipazione popolare, specie ad eventi di questo genere. E’ indice che la città è viva, che la città è attenta a ciò che di buono germoglia al suo interno, che i cittadini guardano ancora con fiducia a quelle istituzioni pubbliche o private che si spendono per il sociale e non lesinano sforzi per il bene comune. E’ il caso della Fondazione che oggi ci apprestiamo ad inaugurare, un soggetto già operante in altre regioni d’Italia dal 2009 e che oggi decide di piantare il proprio seme in Calabria, con l’obiettivo di crescere e dare frutto come nel resto del Paese. E’ proprio da qui che intendo partire.

La metafora dell’albero è quella che secondo me meglio descrive l’identità della Fondazione della Libertà per il Bene Comune: radici ben piantate nella storia di questo paese, un appiglio forte al terreno della sua quotidianità, ma anche l’ambizione di slanciarsi verso l’alto con l’obiettivo di crescere e di dare frutto, attraverso una continua attività di promozione culturale e di educazione alla difesa della libertà. Nella parola “fondazione” io vedo, in realtà, due termini fondamentali: il verbo “fondare” e la parola “azione”, vale a dire un verbo che indica la rottura dello “status quo”, il generarsi di qualcosa di positivo a partire dalla sua assenza, ed un termine che ben si collega alla voglia di fare, di creare, di costruire. I rappresentanti del mondo dell’impresa oggi in sala lo sanno bene: “Fondare” vuol dire fissare un punto di riferimento, aggrapparsi a qualcosa per non lasciarsi trascinare dal tempo, mentre “azione” fa venire in mente la volontà di lasciare una traccia tangibile, quel desiderio di creare e costruire che ha sempre accompagnato l’uomo e che, anche in questo particolare momento storico, rimane suo segno distintivo.

La fondazione che oggi inauguriamo ingloba concettualmente questi due aspetti traducendoli in attività tese alla promozione di valori importanti oltre che alla valorizzazione del patrimonio storico e alla realizzazione di forme di progettualità ispirate ai valori della solidarietà e della responsabilità sociale. E’ un progetto che dialoga con il territorio, che si apre ad esso con la dichiarata intenzione di valorizzare le eccellenze e dare vita ad un virtuoso circuito di crescita e sviluppo, un progetto che per forza di cose attiva un processo di osmosi con l’amministrazione della cosa pubblica.

La politica, si sa, è spesso sotto accusa per la sua apatia, per la sua lentezza o miopia; attraverso le attività della fondazione noi vogliamo stimolarla, spronarla, spingerla a riscoprire la vera essenza della sua missione che, era nel passato e rimane ancora oggi, il perseguimento del bene comune. Vogliamo fornire spunti attraverso studi e ricerche scientifiche, promuovere incontri e dibattiti, portare avanti attività editoriali e culturali, senza dimenticare la solidarietà, vale a dire il più alto servizio che una qualsiasi istituzione possa offrire alla comunità. Vogliamo diventare una officina di idee, una fucina di talenti al servizio del territorio e a giudicare dalle prime entusiastiche adesioni, pare che questo obiettivo sia tutt’altro che irraggiungibile.

Caro Presidente, con noi ci sono tanti ragazzi che hanno deciso di mettere in gioco non solo se stessi ma anche le proprie idee ed è il loro entusiasmo che oggi porta la Calabria ad aggiungersi alla lista delle regioni in cui la Fondazione della Libertà opera. Nella nostra regione l’esigenza di soggetti collanti si avverte forse di più che in altre: sentiamo il bisogno di attori capaci di mettere insieme le diverse parti della società così come avvertiamo forte la necessità di una cooperazione tra amministrazioni, mondo dell’impresa e cittadinanza. Questo è il ruolo che da qui in avanti cercheremo di svolgere noi, questa è la missione che intendiamo porci per il futuro, intenzionati come siamo a coinvolgere nelle nostre attività tutti gli organismi di rappresentanza per rinforzare le maglie del tessuto sociale.

ra poco inaugureremo la sede sociale in Via Pugliese 30, uno spazio che ci auguriamo di vedere affollato nei prossimi giorni e che sarà in tutto e per tutto la casa calabrese della Fondazione, fortino di cultura e industria di idee. Lì ci ritroveremo, lì ci confronteremo e cresceremo attraverso il dialogo, lì incontreremo tutti coloro che hanno voglia di intraprendere con noi questo cammino e produrremo insieme a loro quel cambio di passo culturale e sociale necessario anche per lo sviluppo del territorio. Buon cammino Fondazione della Libertà e benvenuta in Calabria.


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