Minori a rischio: 1,8 milioni vivono in povertà
Cronaca Lazio

Minori a rischio: 1,8 milioni vivono in povertà

giovedì 17 novembre, 2011

ROMA, 17 NOVEMBRE 2011 – «La crisi economica rischia di pesare soprattutto sui bambini e sugli adolescenti, in assenza di misure specifiche di tutela». A rivelarlo è Save the children attraverso i dati raccolti dall’”Atlante dell’infanzia a rischio”: oltre 150 pagine e 80 mappe che restituiscono moltissime informazioni sulla condizione di bambini e adolescenti del nostro paese.[MORE]

Cosa emerge nell’Atlante della condizione italiana? Sono 10 milioni 229 mila i minori in Italia, pari al 16,9% del totale della popolazione: di essi 1.876.000 vivono in povertà e il 18,6% in condizione di deprivazione materiale. Un pianeta infanzia che in una Italia che invecchia si riduce sempre di più. Napoli, Caserta, Barletta-Andria-Trani sono infatti le uniche province “verdi” italiane in cui la percentuale dei giovani fino ai 15 anni rimane maggioritaria sugli over 65.

Dal 2008 ad oggi, sono proprio le famiglie con minori ad aver pagato il prezzo più alto della grande recessione mondiale: negli ultimi anni la percentuale delle famiglie a basso reddito con 1 minore è aumentata dell’1,8%, e tre volte tanto (5,7%) quella di chi ha 2 o più figli.

«La qualità della vita dei nostri bambini e ragazzi è mediamente incomparabile con quella del secolo scorso – commenta Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia –. Tuttavia, se non è più la tubercolosi a uccidere, o la guerra, oggi i nostri minori fanno i conti con la povertà, la scarsità di servizi per l’infanzia, le città inquinate, stili di vita insani che conducono all’obesità. Problemi che l’attuale crisi economica rischia di amplificare se non c’è un’inversione di rotta immediata e si pone la tutela dell’infanzia e adolescenza come una priorità delle scelte politiche-economiche di un paese che finora ha sempre investito molto nelle pensioni e molto meno di quanto avviene altrove per aiutare i minori, i giovani e le famiglie con figli».

Oltre al problema della miseria economica, l’Atlante sottolinea che «le città italiane sono sempre mno a misura di bambino». Il tasso di motorizzazione è altissimo dappertutto e fa segnare una media di 3/4 macchine ogni minorenne. Inoltre, procede senza sosta la cementificazione e impermealizzazione del territorio e aumenta l’inquinamento atmosferico.

Problemi poi per quanto riguarda risorse e servizi. «L’Italia della spesa e dei servizi per l’infanzia colpisce per le differenze fra regione e regione e anche i tanti sprechi e inefficienze. Un dato per tutti è quello dei fondi europei che rischiamo di rimandare indietro a Bruxelles. Con un calcolo un po’ grossolano, abbiamo stimato che basterebbe il 7% dei 29 miliardi di euro ancora non impegnati per creare 100.000 nuovi posti in asilo nido o strutture educative per l’infanzia nel Sud», commenta Valerio Neri. «In questo quadro la crisi economica non può essere addotta come giustificazione ma anzi deve essere un incentivo a investire sull’infanzia una volta per tutte se vogliamo che oltre la crisi ci sia un futuro per il nostro paese, cioè per le giovani generazioni», conclude Neri. Questo significa una serie di misure e provvedimenti urgenti e fondamentali.

Save the children non vuole lasciare le cose come stanno. Lo scopo della onlus è, con il suo programma Italia, «dare voce anche a questa Italia, valorizzando e mettendo in rete queste competenze che rappresentano un patrimonio che l’Italia non può lasciare morire. L’Atlante sarà la nostra agenda di lavoro», spiega Raffaela Milano, Responsabile Programmi Italia-Europa Save the Children.

Marika Di Cristina

 


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