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'Ndrangheta, confiscati beni per oltre 200 miliardi a imprenditori vicini a cosche

Tiziano Rugi
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'Ndrangheta, confiscati beni per oltre 200 miliardi a imprenditori vicini a cosche
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REGGIO CALABRIA, 6 NOVEMBRE 2015 - Beni per 214 milioni di euro sono stati confiscati dagli uomini della Guardia di finanza e Dia di Reggio Calabria, con il coordinamento della Dda, a due imprenditori ritenuti contigui ad esponenti della 'ndrangheta legati alle cosche Tegano e Condello di Reggio, Alvaro di Sinopoli, Barbaro di Platì e Libri di Cannavò. Gli imprenditori, molto noti in Calabria, sono Pietro Siclari, di 68 anni, e Pasquale Rappoccio, di 59, entrambi reggini e sono stati messi sotto sorveglianza speciale. Complessivamente sono stati confiscati, in Calabria e Lombardia, 220 beni immobili tra appartamenti, ville e terreni, 9 società e 22 rapporti finanziari. A insospettire la Guardia di Finanza e la Dia, sarebbe stata la palese sproporzione tra l'ingente patrimonio individuato e i redditi dichiarati dagli imprenditori, tale da non giustificarne la legittima provenienza. [MORE]

Siclari, imprenditore nei settori edilizio, immobiliare e alberghiero, era già stato arrestato il 17 novembre 2010 dalla Dia di Reggio Calabria, per estorsione aggravata, nell'ambito dell'operazione denominata "Entourage", in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di persone dal Gip di Reggio Calabria. Più volte l’imprenditore, secondo i magistrati si sarebbe avvalso della sua vicinanza alle cosche mafiose per minacciare e intimidire altre persone. Le inchieste avrebbero dimostrato "una contiguità funzionale" dell'imprenditore "a importanti appartenenti delle cosche così profonda e così lunga nel tempo che non vi è motivo di ritenere sia venuta meno con il mero decorso del tempo".

Pasquale Rappoccio è noto anche negli ambienti sportivi, essendo stato presidente e proprietario della squadra di pallavolo femminile reggina "Medinex", militante in A1 e socio della "Piero Viola", prestigiosa società sportiva che ha vantato decenni di presenza nel massimo campionato di basket italiano. Incensurato, Rappoccio sarebbe tuttavia secondo l'accusa coinvolto in numerose iniziative imprenditoriali con esponenti di spicco della 'ndrangheta, come l’acquisto da parte della cosca Condello della lucrosa attività commerciale "Il Limoneto", storico locale di riferimento della movida reggina e palcoscenico della "Reggio bene".

A prova della vicinanza dell’imprenditori alla malavita, i magistrati ricordano la testimonianza di una collaboratrice di giustizia secondo la quale, in occasione del matrimonio di una delle figlie di Giovanni Tegano, era stato invitato e aveva partecipato al banchetto riservato a pochi intimi". Dunque, continuano i magistrati, l'imprenditore "era ritenuto dalla cosca Tegano un personaggio meritevole di considerazione e, quindi, degno di prendere parte a dei festeggiamenti carichi di significato simbolico all'interno della cultura che contraddistingue gli ambienti mafiosi".

Tiziano Rugi


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Scritto da Tiziano Rugi

Giornalista di InfoOggi

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