MILANO, 1° Marzo 2012 – (continua da prima parte) L’obesità è quasi sempre correlata ad altre malattie, tra cui le disfunzioni cardiocircolatorie, il diabete mellito di tipo 2 (alta concentrazione di glucosio nel sangue), patologie a carico del sistema osteo-articolare, ictus e alcuni tipi di tumore.
Le cause che portano alla malattia sono le più semplici, quelle che tutti conosciamo: eccessivo apporto calorico causato dall’eccessivo mangiare, la preferenza per i cibi grassi, diete sballate, la poca presenza di frutta e verdura sulle tavole e, soprattutto, una scarsissima attività fisica.[MORE]
Tutto ciò è lo specchio della società in cui viviamo: benessere economico, disponibilità di cibo a qualsiasi ora, genitori che non controllano più i menu e accontentano i figli cucinando ciò che preferiscono (spesso schifezze).
Soprattutto, però, è l’espressione di un mondo sempre più fermo e sedentario, che si ferma davanti alla televisione e al computer e non è in grado di trovare del tempo per lo sport. I bambini, ad esempio, non hanno più la passione per il moto, non dedicano più dei pomeriggi all’attività sportiva e la sostituiscono con l’attività sotto al tavolo, appunto. Risultati: popolazione sempre più grassa con un futuro difficile davanti. La prova è sotto gli occhi di tutti: basta vedere gli scarsi risultati dei giovani italiani nelle competizioni internazionali per porsi qualche domanda in merito. E gli adulti non sono da meno: solo a 50 anni la maggior parte degli uomini si accorge di un tono muscolare non adatto e dell’eccessivo appesantimento del corpo e iniziano ad andare nuovamente in palestra.
La terza motivazione è, però, quella che fa più paura: la predisposizione genetica. Insomma, quella che non si può prevenire e che non dipende da noi stessi. Un recentissimo studio coordinato dall’Imperial College di Londra, pubblicato su Nature, al quale hanno partecipato anche le Università di Verona e della Sapienza di Roma, ha dimostrato che dietro all’obesità vi è anche l'alterazione genetica della proteina Gpr120, un sensore situato sulla superficie delle cellule dell’intestino, del fegato e del tessuto adiposo, che controlla i grassi assunti col cibo e stimola gli ormoni anti-fame. Quando Gpr120 è fuori uso, si verifica intolleranza al glucosio, insulino-resistenza (il cosiddetto fegato grasso), disfunzioni che conducono irrimediabilmente al diabete e all’obesità. Gli scienziati per capire cosa succede quando questa proteina è difettata hanno monitorato il Dna di quasi 7mila obesi, confrontandolo poi con quello di altrettanti normopeso. Da questo confronto è risultato evidente che negli oversize la mutazione genetica altera la struttura della proteina, facendo aumentare del 60% il rischio di obesità!
La spiegazione dettagliata a questo problema e su come guarire dalla malattia nell’ultima parte della nostra inchiesta, insieme ai dati previsti per il 2025.
Stefano Villa
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