Ocse: 11 milioni di giovani disoccupati e 23 milioni di inattivi
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Ocse: 11 milioni di giovani disoccupati e 23 milioni di inattivi

mercoledì 16 maggio, 2012

ROMA, 16 MAGGIO 2012 – All'interno dell'area Ocse la disoccupazione giovanile continua a destare allarme. Secondo le ultime rilevazioni dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, i giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni sono undici milioni, cui vanno ad aggiungersi 23 milioni di inattivi. Sono i cosiddetti NEETs (Not in Education, Employment or Training), cioè giovani che non studiano, non lavorano e non svolgono attività di apprendistato. Tra questi ultimi, certifica l'Ocse, almeno la metà ha rinunciato a cercare un lavoro.

Secondo le rilevazioni dell'Ocse, nel mese di marzo la disoccupazione giovanile si è attestata al 17,1%, molto vicina al picco registrato nel novembre del 2009 (18,3%). I dati emergono da uno studio effettuato dall'Organizzazione in occasione della prossima riunione dei ministri del lavoro del G20, che si terrà il 17 e 18 maggio in Messico. Secondo questo studio, il tasso di disoccupazione tra i giovani è più del doppio del tasso di disoccupazione rilevato tra l'intera popolazione dell'area Ocse e arriva al triplo in alcuni paesi, come Grecia e Spagna, dove la disoccupazione giovanile è rispettivamente del 51,2% e del 51,1%. La situazione è comunque grave in tutti i paesi dell'area. In Francia, Gran Bretagna, Svezia, Polonia e Italia – sottolinea l'Ocse – più di un giovane su cinque è fuori dal mercato del lavoro. Per quanto riguarda l'Italia, nel mese di marzo la disoccupazione giovanile è arrivata al 35,9%, aumentando di oltre 16 punti percentuali rispetto al 2007.[MORE]

Al numero di disoccupati vanno tuttavia aggiunti anche i cosiddetti Neets, gli inattivi, giovani che non studiano e non lavorano e che, in larga parte, hanno persino smesso di cercare un'occupazione. In tutta l'area Ocse sarebbero 23 milioni. Per l'Italia, l'Ocse ha calcolato che circa il 18% dei giovani tra i 15 e i 24 anni si trova in questa condizione.

«I giovani senza lavoro – si legge nel comunicato di presentazione dello studio - sono quelli che stanno soffrendo di più nell'area Ocse con il tasso di disoccupazione vicino ai picchi storici». «I governi devono affrontare questi problemi economici e sociali con azioni decisive e concrete - ha dichiarato il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria - il mio messaggio ai ministri del G20 è che esistono maniere efficienti dal punto di vista dei costi di far crescere le prospettive occupazionali dei giovani e che ogni strategia di consolidamento fiscale deve essere intelligente, favorire la crescita e preoccuparsi delle generazioni future; proponiamo azioni concrete e investimenti nella formazione dei giovani per offrire loro la speranza in un futuro migliore».

Serena Casu


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