Precariato dei lavoratori regionali: il caso dei “discriminati” della Legge 12
Cronaca Calabria Catanzaro

Precariato dei lavoratori regionali: il caso dei “discriminati” della Legge 12

sabato 5 dicembre, 2020

CATANZARO 5 DIC - Forse ci siamo o forse no. Ancora no e si fa sempre più dura per i lavoratori dell’ormai famosa legge regionale n. 12/2014 che puntano alla stabilizzazione dopo anni di precariato. Infatti, er l’annosa contrattualizzazione dei lavoratori del bacino della Legge 12 è stata posta, in primis dall'assessore Talarico, una questione di opportunità trattandosi di un periodo elettorale, anche, a ben vedere, si tratta di lavoratori precari storici della Regione che hanno una storia, un percorso lungo e ben definito, mentre si sostiene da parte di molti lavoratori ex Legge 12 che per altri colleghi si sia fatta subito una proroga senza colpo ferire e senza alcuna remora di ordinarietà o straordinarietà di procedure.

Ciò che è vero, anzi storia, è che si tratta di lavoratori (quelli della Legge 12) che attendono ormai da 6 anni e più per avere un contratto, precari riconosciuti da una legge regionale con un estenuante percorso, una lunga serie di decreti e almeno quattro elenchi vagliati dal competente Dipartimento Lavoro di cui l'ultimo con una graduatoria ponderata secondo criteri ben definiti adottata con decreto n. 11614 dello scorso 12 novembre. Ora si è giunti alle porte di Natale, mentre tutte le procedure potevano essere espletate già ad ottobre-novembre dal momento che la Giunta, sotto la guida del compianto Presidente Santelli, aveva deliberato in tal senso nella seduta del 28 settembre 2020 e, successivamente, è stato stabilito il percorso per la contrattualizzazione dei lavoratori della Legge 12, previa uscita della relativa manifestazione d'interesse, come risulta dal verbale del tavolo tecnico del 14 ottobre scorso cui presero parte anche i rappresentanti sindacali delle maggiori sigle nazionali che lo hanno siglato unitamente  al Direttore Generale del Dipartimento Lavoro, Cosentino.

Dunque, perché loro no ed altri sì? Infatti, per un altro bacino di poco meno di trecento lavoratori, a cui di fatto i lavoratori della Legge 12 sono equiparati essendo inseriti nella stessa Legge regionale di riferimento, la 1/2014, è stato possibile fin dal 2015 (sotto la giunta del Presidente Oliverio) iniziare un percorso di contrattualizzazione finalizzato alla stabilizzazione culminato nella deliberazione di giunta del 30 novembre scorso che ha sancito il passaggio del monte orario da 18 a 36 ore, mentre per gli “sfortunati” lavoratori della Legge 12, da sei anni senza contratto e in totale precarietà esistenziale, non è stato possibile ancora fare altrettanto.

E ancora. Per un ulteriore ed altro bacino di lavoratori non riconosciuti precari da alcuna legge, come stabilito anche da una sentenza, il 30 novembre sono stati trovati 10 milioni di fondi aggiuntivi per un prolungamento annuale dei loro contratti mentre per i lavoratori della Legge 12 non è stata data alcuna opportunità di prolungamento/prosieguo dell’attività lavorativa, lasciando più di 200 famiglie in condizioni di disagio in un periodo già critico per via dell’emergenza Covid-19.

Basta e manca poco per concludere l’iter, purché lo si voglia. I 209 lavoratori della Legge 12 aspettano che l’assessore al Lavoro porti in giunta l’atto per l’iscrizione in bilancio dei fondi già individuati per dare copertura finanziaria a questa legge e mettere fine alla lunga stagione del precariato.

 


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