Puija critica la recente classifica delle università italiane: "paradossali molti indici utilizzati"
Cronaca Calabria

Puija critica la recente classifica delle università italiane: "paradossali molti indici utilizzati"

mercoledì 22 luglio, 2015

 CATANZARO, 22 LUGLIO 2015 - Il prof. Arturo Pujia, Coordinatore del Presidio di Qualità dell’Università di Catanzaro, reputa la classifica pubblicata recentemente da “Il Sole 24ore” e relativa alle università italiane, poco attendibile e per certi versi paradossale in riferimento alla posizione assegnata all’ateneo catanzarese.[MORE]

Per stilarla, infatti, il giornale ha utilizzato indici che Puija ritiene sbagliati e penalizzanti per l’Università di Catanzaro. Per sottolineare la sua posizione Puija ha scritto al Direttore del quotidiano di Confindustria. “Gentile Direttore, Le scrivo in riferimento alla “classifica” delle Università Italiane recentemente pubblicata dal suo quotidiano, che avrà un notevole impatto sulle scelte delle future matricole relative alla sede in cui proseguire gli studi e che servirà, come ogni anno, da stimolo alle Università e a chi quotidianamente in esse opera, anche in vista di quel miglioramento continuo che tutte le Università sono chiamate a realizzare”, scrive Puija. “Vorrei, infatti, segnalare alcuni punti critici degni di maggiore studio e attenzione. Mi riferisco a due indici, quello di “sostenibilità” e quello di “occupazione” presenti nel rapporto e che vedono l’Università di Catanzaro, presso la quale lavoro, all’ultimo posto. Nel primo caso, l’assunto (non dimostrato) da cui si parte è che avere più docenti nelle materie principali sia indice di qualità. Per un quotidiano che si rivolge principalmente ad imprenditori non c’è nulla di più paradossale! Infatti, sarebbe come dire – scrive il prof. Puija - che un’auto che consuma 10 litri di benzina per fare 100 km è meglio di una che ne consuma 5 per percorrere la stessa distanza!

Se l’Università di Catanzaro, con i suoi 7,3 docenti per corso di laurea, consente ai suoi studenti di ottenere 32 crediti pro capite (cioè poco più della metà degli esami previsti per ogni anno) e l’Università Statale di Milano con i suoi 15,6 docenti per corso di laurea consente ai suoi studenti di ottenere 38 crediti è più “sostenibile” Milano (terzo posto) o Catanzaro (ultima in classifica)? Le risorse – si chiede Puija - sono meglio allocate a Catanzaro o a Milano? Anche la classifica concernente l’occupabilità dei laureati merita - secondo l’esponente della Umg - un commento alla luce dei dati ISTAT da cui emerge che l’indice di occupazione giovanile calabrese nel 2014 era del 20%, mentre quello lombardo del 47%.

Una domanda sorge allora spontanea: esiste davvero questa grande differenza tra la realtà universitaria di Catanzaro (collocata in ultima posizione) che garantisce ai suoi laureati il 46% di occupazione e quella di Milano Bicocca (collocata in seconda posizione) che garantisce ai suoi l’81%, considerato che entrambe hanno un indice doppio rispetto alla media? Voglio sperare - scrive ancora Puija al direttore del Sole 24ore - che su questi indici sia avviata una riflessione critica, nel tentativo di migliorare queste “bussole” utili ad orientare le scelte dei giovani magari in maniera dissimile dalle bussole reali, il cui ago - conclude Puija con una punta di amaro sarcasmo - punta sempre e comunque verso il Nord”. Oltre i dissensi e i raffronti però, notiamo come la classifica sia emblematica dell'effettiva efficienza rilevata in taluni atenei italiani, come quello di Verona e di Trento che quest'anno si attestano sul podio della qualità e dell'eccellenza universitaria "made in Italy".

 

Luna Isabella,

(foto da monitorenapoletano.it)


Autore
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