Replica del Codacons al Comune di Brancaleone Dopo la denuncia l’acqua, è tornata potabile
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Replica del Codacons al Comune di Brancaleone Dopo la denuncia l’acqua, è tornata potabile

sabato 13 aprile, 2019

BRANCALEONE (RC), 13 APRILE - Per una singolare coincidenza, non appena Procura e Prefetto di Reggio Calabria hanno ricevuto la nostra denuncia, ecco che i Commissari alla guida del Comune di Brancaleone hanno sentito l’impellente bisogno di comunicare al mondo intero l’avvenuto miracolo. Udite udite, è bastato depositare una denuncia e l’acqua, come per magia, è tornata potabile, tanto che presto sarà revocata l’ordinanza di non potabilità. “I Cittadini di Brancaleone non hanno l’anello al naso e meritano rispetto, per questo abbiamo approntato una istanza di accesso per ottenere copia delle analisi che dimostrano la potabilità dell’acqua - sostiene Francesco Di Lieto del Codacons - nonché gli interventi posti in essere per ottenere questo storico risultato, dopo anni di acqua lurida.”. Com’è noto, nei giorni scorsi il Codacons aveva presentato una denuncia chiedendo alla Procura di Reggio Calabria il sequestro dell’intera rete idrica che serve il comune di Brancaleone. “Riteniamo doveroso comprendere le cause di una situazione che relega i Cittadini di Brancaleone a vivere in condizioni da terzo mondo”. “Abbiamo Chiesto all’Ufficio di Procura di porre sotto sequestro sia i pozzi che i serbatoi Le Rocchette e Sperlongara nonché la fontana pubblica posta nel piazzale antistante la stazione ferroviaria”. È giunto il momento di comprendere le ragioni che relegano Brancaleone in una situazione di perenne emergenza, non degna di un paese che si definisce “civile”. L’annosa questione della salubrità dell’acqua a Brancaleone - prosegue Di Lieto - impone immediati interventi perché non si può scherzare con la salute e l’incolumità della popolazione.

Così come desta più di una perplessità la singolare concomitanza tra la denuncia ed il ritorno della potabilità. L’accesso all’acqua “potabile” è un diritto inalienabile e, inoltre, costituisce un presupposto fondamentale affinché ogni edificio possa essere abitabile ovvero utilizzabile. A Brancaleone, pertanto, sono costretti a vivere in una situazione di illegalità diffusa, la cui responsabilità non è, di certo, ascrivibile ai Cittadini. Gli abitanti sono stanchi di uno stucchevole scaricabile fra Enti, mentre l’acqua continua ad esser loro “vietata” e questo a prescindere dai comunicati stampa dei Commissari. Confidiamo che il Dott. Bombardieri intervenga al più presto per fare chiarezza non solo su tutte le responsabilità ma anche sugli interventi da porre in essere per l’immediato ripristino della legalità e per garantire il diritto alla salute di chi vive a Brancaleone. Abbiamo chiesto al Prefetto di Reggio - prosegue Di Lieto - di intervenire, in ottemperanza a quanto disposto dal D.L.vo 29/2004 e dal DPR 180/2006, per ovviare alle evidenti e continue omissioni, disponendo quanto necessario per approntare un efficace servizio di approvvigionamento idrico e, nell’immediato, predisporre servizi sostitutivi tramite autobotti per garantire alla popolazione l’accesso all’acqua. Forse proprio questa richiesta ha spinto i Commissari ad intervenire sulla stampa. Riteniamo paradossale - prosegue Di Lieto - che da anni si susseguano ordinanze per affermare la “non potabilità” dell’acqua e nessuno si decida ad intervenire. Salvo poi effettuare un comunicato tranquillizzante, quando i Cittadini, oramai stufi, si sono rivolti alla magistratura. Ccà nisciuno è fesso, recita un vecchio proverbio. Per questo pretendiamo chiarezza.

I Commissari hanno un solo modo per farla. Pubblicare le analisi che attestano la potabilità dell’acqua e revocare le Ordinanze. Tutto il resto è aria fritta. Nell’attesa- incalza il Codacons - chiediamo ai Commissari di spiegare come sia possibile che nonostante il divieto categorico di usare l’acqua “per fini umani”, si sia proceduto a raddoppiare le tariffe. A Brancaleone ci troviamo dinnanzi un palese inadempimento che determina non solo il diritto al risarcimento del danno ma che ha immediate ripercussioni sul contratto di somministrazione. Infatti, in un contratto a prestazioni corrispettive, la mancata erogazione della prestazione principale, cioè garantire l’acqua potabile, legittima il rifiuto da parte dell’utente a pagare le bollette. Per comprendere quello che da anni subisce Brancaleone, basta pensare al fatto che per bere i Cittadini sono costretti ad approvvigionarsi con bidoni recandosi in paesi limitrofi ovvero ad acquistare l’acqua confezionata. Questa è sicuramente una voce di danno - incalza Di Lieto - mentre la beffa è rappresentata dall’innalzamento spropositato delle tariffe. In questa situazione “ai margini della civiltà” non rimane che aggrapparci alle decisioni che andrà ad assumere la Procura - conclude Di Lieto - cui chiediamo di individuare tutti i responsabili di questa incredibile vicenda che umilia Brancaleone e la sua gente.


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