Siccità e aumento demografico, ecco perché nel 2050 saremo tutti vegetariani
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Siccità e aumento demografico, ecco perché nel 2050 saremo tutti vegetariani

giovedì 30 agosto, 2012

STOCCOLMA, 30 AGOSTO 2012 - Nel 2050 potremmo diventare tutti vegetariani e non sarà per una libera scelta. In questi giorni (dal 26 al 31 agosto) si sta svolgendo a Stoccolma la Settimana Mondiale dell’Acqua, una conferenza che viene organizzata dello Stockholm International Water Institute ogni anno. I maggiori esperti mondiali dell’acqua sono quindi riuniti in Svezia per cercare di risolvere il problema della scarsità delle risorse idriche che ci attende nel futuro, un problema che potrebbe influenzare in maniera radicale le nostre abitudini alimentari.

Il rapporto intitolato "The Water and Food Nexus: Trends and Development of the Research Landscape" redatto da Malik Falkenmark e presentato a Stoccolma, rivela che a causa della siccità e dell’aumento demografico, nel 2050 il consumo di carne sarà ridotto drasticamente. “Non ci sarà abbastanza acqua per produrre il cibo necessario ai due miliardi di persone in più che ci saranno nel 2050 – si legge nel rapporto – soprattutto se si manterranno i trend attuali, che vedono il mondo avvicinarsi a una dieta di tipo occidentale con il 20% delle proteine assunte derivanti dagli animali”. [MORE]

La siccità influenza la nostra dieta perché per produrre un chilogrammo di carne sono necessari miliardi di litri d’acqua, circa 5-10 volte di più di quelli necessari per produrre alimenti vegetali, inoltre circa un terzo delle terre coltivabili mondiali viene utilizzato per produrre il cibo necessario agli allevamenti. Se nel 2050 la popolazione mondiale conterà 9 miliardi di persone, non sarà possibile produrre abbastanza carne per mantenere inalterati gli attuali regimi alimentari.

Secondo il rapporto di Falkenmark infatti fra quarant’anni il consumo di proteine animali nelle diete sarà ridotto al 5%, con discrepanze evidenti fra i paesi con scarse risorse idriche e quelli che invece beneficeranno di una buona quantità d’acqua. Per evitare queste discrepanze bisognerà dare vita a un sistema di commercio che obblighi i paesi che hanno un surplus d’acqua, ad aiutare quelli che soffrono di periodi di siccità.

Attualmente nel mondo, ammoniscono inoltre gli scienziati, la quantità di cibo procapite prodotta è in aumento, ma quasi un miliardo di persone soffrono la fame e due miliardi di persone sono malnutrite. Secondo i dati diffusi dall’organizzazione non governativa Oxfam, nel 2008 la carenza di cibo è stata all’origine dello scoppio di scontri civili in ben 28 paesi. È perciò necessario sin da ora ripensare non solo la nostra dieta, soprattutto quella occidentale evidentemente troppo ricca di carne, e un corretto utilizzo delle risorse idriche, ma anche e soprattutto una giusta e onesta redistribuzione del cibo.

(foto da www.ansa.it)

Laura Lussu
 


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