ROMA, 27 MAGGIO 2012 - Il sangue delle 92 vittime di Hula ha rotto la tregua. Il portavoce dei ribelli siriani ha annunciato che il piano di pace di Kofi Annan è ufficialmente “morto”, proprio come i 32 bambini che hanno perso la vita nella strage compiuta ad Hula il 25 Maggio scorso.
E’ una reazione dettata dalla rabbia e dal dolore quella dei rivoltosi siriani, decisi a puntare il dito contro il governo di Bashar al Assaf, ritenuto responsabile dell’attacco che ha massacrato numerosi civili nella provincia di Homs, sterminando famiglie intere con l’impiego di artiglieria pesante.[MORE]
Il governo di Assaf nega qualsiasi coinvolgimento dell’esercito nel grande massacro che ha sconvolto l’opinione pubblica e si dichiara pronto ad avviare un’inchiesta al fine di individuarne i colpevoli, anche se ammette che la maggior parte dei sospetti governativi sono quasi totalmente puntati contro i gruppi terroristici di Al Qaeda.
Intanto, mentre la Russia e la Cina sembrano propense a sostenere l’attuale governo di Damasco, l’intera comunità internazionale condanna il terribile massacro di innocenti: mentre la Lega Araba prepara una riunione urgente dell’Organizzazione sulla Siria, il presidente USA Barack Obama è intenzionato a proporre alla yemenita una transazione morbida per risolvere la crisi.
Costernate appaiono il segretario di stato americano Hillary Clinton e il capo della diplomazia dell’Unione Europea Catherine Ashton, entrambe pronte a dichiarare la necessità dell’immediata cessazione del bagno di sangue che sta massacrando la Siria.
(foto it.euronews.com)
Elisa Lepone
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