Tornano Castello. Coronavirus: Ordine, non fatti da infermieri tamponi Rsa
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Tornano Castello. Coronavirus: Ordine, non fatti da infermieri tamponi Rsa

giovedì 16 aprile, 2020

Coronavirus: Ordine, non fatti da infermieri tamponi RsaA Torano Castello ripetizione esami per errore in procedure 

TORANO CASTELLO (CS), 16 APR - "Nessun infermiere ufficialmente ha eseguito i tamponi poi risultati errati nella casa di riposo Villa Torano. Basta con le bugie e con le false informazioni. Si faccia chiarezza, anzi. Pretendiamo che si dica chi ha eseguito quei tamponi, che metodologia applicata e di chi la responsabilità". A sostenerlo è il presidente dell'Ordine degli infermieri di Cosenza Fausto Sposato in merito alla vicenda accaduta a Torano Castello dove l'Asp di Cosenza ha disposto la ripetizione dei tamponi a degenti e personale della Rsa per un'anomalia riscontrata nell'esecuzione delle procedure. Gli esiti dei tamponi avevano evidenziato circa settanta casi di positività nella struttura socio-assistenziale. Risultati che avevano spinto la presidente della Regione Jole Santelli a dichiarare il comune di Torano Castello "zona rossa". Da ieri la task force dell'Asp di Cosenza sta rifacendo, daccapo, tutti i tamponi al personale sanitario ed ai pazienti per capire se il contagio dell'anziana abbia contaminato anche gli altri, come precedentemente annunciato. "Stiamo leggendo sui social e su diversi siti di informazione - afferma Sposato - che l'errore sia stato di un infermiere all'interno della casa di riposo nel giorno di Pasquetta. Niente di più falso. Non solo tutto ciò, ripeto, non è vero ma l'Opi vuole ringraziare chi, da tre giorni, è chiuso in quella struttura per continuare, senza soste, a svolgere il lavoro di sempre. Con dignità e professionalità. A quegli infermieri va la nostra piena solidarietà". "Tra qualche ora - conclude Sposato - provvederemo, come già fatto nei giorni scorsi, a far arrivare anche a Torano altri Dpi, dispositivi di protezione come le mascherine di plexiglas a tutti gli operatori. Per una corretta e giusta applicazione ma non si giochi sulla pelle degli operatori sanitari già messi sotto 'accusa' dalla pandemia e dagli straordinari impegni lavorato rivi di questi giorni". (ANSA).


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