Università italiana: quanto ci costa il figlio dottore?
Economia

Università italiana: quanto ci costa il figlio dottore?

lunedì 11 luglio, 2011

 Amata, odiata, bistrattata, in perenne fase di riforma: ma quanto costa l’ università alle le famiglie italiane? A tentare di tracciare un quadro fedele della situazione, ci pensa uno studio di Federconsumatori, che indaga sulla spesa media cui i genitori dell’ aspirante dottore devono farsi carico ogni anno. [MORE]


Il primo dato che salta agli occhi, è sicuramente la forte differenza tra le rette, che variano significativamente non solo a seconda della regione presa di volta in volta in considerazione, ma anche in base ai diversi indirizzi di studio, con le facoltà scientifiche che risultano meno accessibili rispetto ai corsi umanistici.


Medicina, architettura, ingegneria e farmacologia le scelte più care; le tasse più alte in Italia le paga chi studia a Parma, mentre all’Aldo Moro di Bari spetta il primato di ateneo più economico del Paese. In media, chi si dirige verso il nord si trova a far fronte a spese più elevate del 13 per cento rispetto a chi sceglie invece le regioni meridionali.


Se un aspirante ingegnere alla Federico II di Napoli costa 1432 euro l’anno, per conquistare una laurea in Chirurgia alla Bicocca di Milano bisogna pagare più del doppio, con rette annuali che si aggirano intorno ai tremila Euro. Le tasse universitarie oscillano sui 1000 Euro l’anno e variano secondo le fasce di reddito, generalmente cinque, prese in considerazione dall’ ateneo per il calcolo della retta.


Così, ad esempio, se la Sapienza di Roma sembra garantire a tutti il diritto allo studio con una tassa minima di 330 euro l’anno, è anche vero che, per chi proviene da famiglie più benestanti, il conto finale può aggirarsi tranquillamente intorno ai duemila euro . E rientrare in una fascia di reddito alto non è un’impresa impossibile, anzi …


Mentre il Sud si conferma in media più economico, e gli atenei settentrionali contribuiscono ad aumentare significativamente la media nazionale, l’Alma Mater di Bologna, una delle università del nostro Paese meglio quotate nei rank internazionali, sembra rappresentare perfettamente il trend medio nazionale a livello di tasse e contributi.
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Se studiare costa caro, chi sceglie di cominciare una carriera accademica in un’altra città va incontro a un vero e proprio salasso; l’affitto di un fuori sede, costa in media 4982 euro l’anno, per una stanza singola, 3.756 per un appartamento condiviso, con il Centro che si conferma la zona più cara per quanto riguarda le voci mantenimento e alloggio.


Altra nota dolente per i portafogli degli italiani,sono i libri: in questo caso,i dottorandi in materie umanistiche spendono più dei colleghi del polo scientifico. La media nazionale è di 454 euro annui, ma i tomi che scandiscono la vita di chi ha scelto Lettere e simili arrivano a costare anche il 17 per cento i più rispetto ai testi delle altre facoltà.

Insomma, che la si consideri un pezzo di carta, o una miniera d’oro per il futuro, quel che è certo è che una laurea in Italia costa; e spesso, purtroppo, capita ancora che la scelta della facoltà, e soprattutto del luogo di studio, possa variare a seconda del reddito.

Simona Peluso


Autore
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