Vangelo del giorno. Mercoledì della settima settimana di Pasqua
Parola e Fede Calabria

Vangelo del giorno. Mercoledì della settima settimana di Pasqua

mercoledì 20 maggio, 2015

 Dalla prima lettura della liturgia del giorno (At 20,31)
Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi….
Ecco il grido accorato di Paolo. Vigilate. Non distruggete il lavoro da me fatto. Non lasciate che altri distruggano il lavoro da me compiuto in tre anni di grande sofferenza. Io per tre anni, di notte e di giorno, non ho mai cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi. Io vi ho fatto gregge di Cristo Gesù. Non lasciate, non permettete che questo bel gregge di Cristo vada in malora. [MORE]
Quando un pastore subentra ad un altro pastore e distrugge l’opera di colui che lo ha preceduto, o permette che essa vada in malora, non solo è responsabile del sangue di Cristo Gesù, è responsabile anche delle sofferenze, del martirio, della fatica, del sangue di tutti coloro che lo hanno preceduto. A questa responsabilità nessuno si deve sottrarre, perché essa è una mansione, un incarico, un dovere che viene dallo Spirito Santo, da Dio.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.

La preghiera è lo stile di Cristo. È lo stile della Chiesa e del cristiano. Dal Maligno solo uno può custodire: il Padre celeste. Gesù sa questo e chiede al Padre di vegliare sui suoi discepoli perché il serpente antico non li divori, non li distrugga, non li vinca.
La Chiesa fa suo lo stile del Maestro. Dinanzi alle potenze del Maligno che la vuole sfiancare, si mette in preghiera e chiede aiuto, sostegno, libertà di poter predicare Cristo Gesù. Il Padre le risponde dal cielo con il terremoto, segno della sua presenza. Dio ricolma di Spirito Santo i suoi fedeli e questi riprendono la lotta contro le tenebre.


San Paolo sa che il peggiore dei mali per un cristiano è la sua ignoranza, la non conoscenza del mistero di Cristo Signore, nel quale e dal quale è anche il mistero di ogni uomo. Sa anche che la vera conoscenza è frutto dello Spirito Santo. Per questo anche lui innalza la sua preghiera perché il Signore ricolmi tutti di uno spirito di sapienza e di rivelazione. È la sola via per vincere le tenebre che oscurano la nostra mente e tolgono la luce al nostro cuore. La preghiera è tutto e tutto è da essa.
Chi vuole vincere il Maligno deve sapere che solo uno lo può sconfiggere: il Padre celeste. A Lui si deve chiedere la vittoria con preghiera incessante. Armiamoci di questa armatura così potente che è la preghiera. Essa sia per noi scudo e forza e difesa contro il male. Amen.
Buona e santa giornata a tutti.

Don Francesco Cristofaro

www.donfrancescocristofaro.it


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