Vangelo del giorno. Venerdì della settima settimana di Pasuqa
Parola e Fede Calabria

Vangelo del giorno. Venerdì della settima settimana di Pasuqa

venerdì 22 maggio, 2015

 Dal Vangelo secondo Giovanni
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».[MORE]

“Non lo conosco!”. Pietro aveva rinnegato per ben tre volte Gesù. Tutti sapevano della fragilità di Pietro al momento della Passione di Gesù. Quanto Gesù aveva profetizzato si era avverato: “Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte”.


Sarà in grado Pietro di rendere testimonianza a Gesù? Lo rinnegherà ancora? Sarà forte abbastanza da affrontare il martirio per il suo Maestro? È questa la grandezza dell’amore di Gesù. In un istante mette a tacere tutte le coscienze, tutti i cuori. Annulla con poche parole tutti i pensieri di oggi e di sempre. Sono sufficienti tre domande e tre risposte per fugare ogni dubbio. Pietro è costituito Pastore di pecore e agnelli. Tutti sono messi sotto il suo governo pastorale di fede e di amore. Lui ama Gesù più di tutti gli altri. Ora Lui può seguire il Signore. Lo seguirà sulla via del martirio, della croce.


Cosa ci insegna il Vangelo di oggi? Le esperienze negative vanno fatte e Pietro ha fatto l’esperienza più brutta, quella di tradire il suo amico, il suo Signore, il suo Maestro. Spesso sono necessarie perché ci apriamo ad una fede sempre più grande e più pura. È da queste esperienze che il cuore si forgia e la mente si rinnova, compie un vero percorso di conversione autentica. Per questo motivo Gesù ci chiede di non giudicare. Dobbiamo sempre ricordare che l’altro può commettere un errore ma noi possiamo lo possiamo in ogni momento superare in quanto a sbagli. Il vangelo di oggi ci insegna che la nostra relazione e la nostra fede deve essere sempre fondata sulla Parola di Gesù e non sulla storia di un uomo che può essere impastata di fragilità, di cadute, di vizi, tentazioni.


Il Signore ci chiama come siamo, non per lasciarci nella nostra attuale condizione, ma per elevarci, per santificarci. Non importa come siamo oggi. Ciò che importa è se vogliamo lasciarci modellare dalla mano del Signore.
Che la Madre santa ci insegni e ci mostri ogni giorno la via della vera fede.


Don Francesco Cristofaro

www.donfrancescocristofaro.it


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