Caso Yara, è il giorno della sentenza. Bossetti rischia l'ergastolo: "Non sono un assassino"
Cronaca Lombardia

Caso Yara, è il giorno della sentenza. Bossetti rischia l'ergastolo: "Non sono un assassino"

venerdì 1 luglio, 2016

BERGAMO - È attesa per la giornata di venerdì 1 luglio, la sentenza dei giudici della Corte d'Assise di Bergamo nei confronti di Massimo Bossetti, l'unico imputato nel processo per l'omicidio di Yara Gambirasio, la giovane di 13 anni scomparsa fuori dalla palestra di Brembate Sopra il 26 novembre 2010 e trovata morta  tre mesi dopo nei pressi di un campo abbandonato di Chignolo d'Isola. Bossetti, muratore di 46 anni, accusato di omicidio volontario pluriaggravato e di calunnia per aver cercato di depistare le indagini, rischia l'ergastolo come chiesto dal Pm Letizia Ruggeri. 

L'imputato, prima dell'inizio della camera di consiglio, dinanzi ai giudici ha reso dichiarazioni spontanee esprimendosi nel seguente modo: "Sarò uno stupido, sarò un cretino, sarò un ignorantone ma non sono un assassino. Questo deve essere chiaro a tutti e quello che mi viene attribuito - ha poi concluso - è vergognoso, molto vergognoso".

Davanti al Tribunale di Bergamo, già dalle prime ore del mattino, si sono radunati molti curiosi, svariati giornalisti, anche esteri, in attesa dell'ultima udienza del processo di primo grado. Non si hanno elementi per stabilire quanto durerà la camera di consiglio, costituita da due togati e sei giudici popolari, ma ciò che appare certo è che verrà emesso un verdetto: ergastolo con isolamento diurno come avanzato dal Pm, una condanna "ammorbidita da possibili attenuanti" oppure la libertà immediata dopo due anni di carcere. [MORE]

La prova regina che inchioderebbe Bassetti, secondo quanto ipotizzato dal Pm Letizia Ruggeri, sarebbe il Dna rinvenuto sugli slip e sui leggings della vittima, nonché altri possibili indizi: il passaggio del furgone dell'imputato davanti alla palestra da dove è sparita la vittima, alcune fibre sul cadavere compatibili coi sedili del furgone, l'assenza di un alibi per Bossetti, i tabulati telefonici, le sferette metalliche sul corpo di Yara appartenenti al mondo dell'edilizia e il tentativo di fuga il giorno dell'arresto. Tutti questi presunti elementi che farebbero, per l'accusa, ritenere Bossetti gravemente indiziato di aver ucciso Yara Gambirasio, sono stati però ribattuti dai legali difensori di Bossetti, i quali avrebbero messo anche in dubbio il luogo dell'omicidio. Per la difesa, il processo sarebbe "pieno di anomalie e tecnicamente non ha scoperto e dimostrato nulla". 

La sentenza verrà letta dal presidente della Corte, Antonella Bertoja, e anche durante la lettura del dispositivo le telecamere resteranno fuori dal Tribunale di via Borfuro, come deciso dalle autorità a seguito delle minacce rivolte al Pm e alla Corte. 

Luigi Cacciatori

Immagine da italianera.com

 


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