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Cernobyl: 25 anni dopo si mobilitano gli ambientalisti

Redazione Calabria
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Cernobyl: 25 anni dopo si mobilitano gli ambientalisti
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- Kiev, 26 apr. - Ricorre oggi il 25.mo anniversario del disastro di Cernobyl, l'impianto nucleare in Ucraina, considerato dagli esperti il peggiore della storia mondiale dell'energia atomica. La ricorrenza, gia' di per se' altamente simbolica, si e' caricata, in queste ultime settimane, di forti tensioni a seguito delle fuoriscite di radioattivita' dall'impianto giapponese di Fukushima, devastato dal sisma e dal successivo 'tsunami' che hanno colpito la parte nord orientale del Giappone l'11 marzo scorso.[MORE] La dispersione di sostanze radioattive nell'aria, nel terreno e nel mare antistante la centrale di Fukushima ha raggiunto, infatti, livelli talmente elevati da indurre gli esperti a classificare l'incidente allo stesso livello, il settimo, di quello di Cernobyl. Il disastro ha fatto lievitare le critiche e le proteste di ambientalisti e movimenti di opinione contrari all'energia nucleare in tutto il mondo, inducendo molti governi, tra cui quello italiano, a rivedere i piani di implementazione di nuovi e vecchi impianti. Molte le manifestazioni di protesta contro il nucleare in agenda, dunque, nelle prossime ore. Particolarmente significativa, quella sul 'Pont de l'Europe', il ponte girevole sul fiume Reno che collega la citta' francese di Strasburgo, in Alsazia, con quella tedesca di Kehl, nel Nord Reno Westfalia.
Gli attivisti richiameranno l'incidente di Fukushima, dicendo che i 25 anni dal disastro di Cernobyl sono trascorsi invano e punteranno il dito contro il vetusto impianto nucleare di Fessenheim, in servizio dal 1977, in un'area densamente popolata della Francia che si trova a meno di 2 chilometri dalla Germania e a circa 40 chilometri dalla Svizzera. Tra le proteste piu' originali bisogna segnalare anche quella della cantante di Taiwan, Lee Mi, che si e' denudata contro il 'nucleare' davanti al palazzo presidenziale del suo paese.
COSA SUCCESSE IL 26 APRILE 1986
Alle prime luci dell'alba del 26 aprile 1986, una squadra di operai stava effettuando un test di sicurezza sul reattore numero 4 dell'impianto nucleare di Cernobyl, nella regione ucraina dell'ex Unione sovietica. Un errore innesco' l'esplosione del reattore e la conseguente fuoriscita di una nube radioattiva che fu stimata 100 volte maggiore di quella liberatasi dalle due bombe atomiche sganciate dagli Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki durante la seconda guerra mondiale. I detriti radioattivi si sparsero sull'area circostante l'impianto ucraino, ma parte della nube interesso' anche le repubbliche limitrofe di Russia e Bielorussia e radioattivita' fu rilevata nei giorni successivi anche su molti altri stati europei. L'esplosione uccise due operai, mentre altre 28 persone, tra staff e squadre di soccorso, perirono nei mesi successivi per la forte esposizione agli agenti radioattivi.
Decine di migliaia di persone dovettero essere evacuate dalle aree circostanti l'impianto. Mosca rimase zitta per tre giorni: solo il 28 aprile, la Tass parlo' di un incidente a Cernobyl, dopo che l'impianto svedese di Forsmark registro' livelli di radioattivita' insolitamente elevati. Le autorita' sovietiche minimizzarono la portata dell'incidente e le celebrazioni del 1 maggio si tennero regolarmente anche a Kiev, nonostante l'elevato livello della radioattivita' in citta'. Da allora, gli esperti dibattono anche sul numero delle persone che sono state contaminate e sugli effetti, anche mortali, sulla loro salute, fisica e mentale. I numeri, al riguardo, sono decisamente contrastanti: nel 2005, l'Oms ha stimato in 4.000 le persone che potrebbero morire per l'avvenuta contaminazione, ma Greenpeace parla di 93.000 casi di cancro dovuti a Cernobyl. Dopo 25 anni, il reattore 4 dell'impianto in Ucraina e' tuttora imbozzolato in un sarcofago di cemento armato fatto 'colare' sul suo nocciolo fuso nei mesi successivi al disastro, ma nei prossimi anni questo 'scudo' dovra' essere rifatto per il timore di fuoriuscite di radioattivita'. A dispetto della tragedia, l'impianto di Cernobyl ha continuato la sua attivita' fino al dicembre del 2000, quando e' stato definitivamente chiuso.
GREENPECE PIANTA DUEMILA CROCI AL CIRCO MASSIMO
Alle prime luci dell'alba attivisti di Greenpeace hanno trasformato il Circo Massimo in un memoriale a cielo aperto piantando duemila croci per ricordare le vittime della tragedia nucleare di Cernobyl nel giorno del 25esimo anniversario dell'esplosione del reattore. "Queste croci ricordano simbolicamente le vittime di Cernobyl - dichiara Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace Italia -, cio' che abbiamo imparato dall'incidente e' che l'energia nucleare e' troppo pericolosa per avere un futuro.
Una lezione che molti governi, compreso il nostro, si ostinano a ignorare". Uno studio pubblicato da Greenpeace nel 2006 indica che sulla base delle statistiche oncologiche nazionali della Bielorussia, i casi di cancro dovuti alla contaminazione di Cernobyl sono stimati in 270mila di cui 93mila letali nei settant'anni successivi all'incidente. A marzo 2011 una squadra di esperti di Greenpeace ha realizzato una serie di analisi nella regione circostante la centrale, riscontrando sia un rischio per la fragilita' del sarcofago che attualmente copre il reattore, sia la presenza di alimenti contaminati nella zona. Per non dimenticare il disastro di Cernobyl e le sue vittime, Greenpeace lancia anche un sito dedicato alla condivisione di ricordi personali sull'incidente: www.generazionecernobyl.org.


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Scritto da Redazione Calabria

Giornalista di InfoOggi

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