Così è (se gli pare). L'energia umana è la risorsa del pianeta
Cosi e' (se gli pare) Lazio

Così è (se gli pare). L'energia umana è la risorsa del pianeta

giovedì 10 gennaio, 2013

ROMA, 10 GENNAIO 2013 – Il 23 dicembre 2012 Alessandro Bertolucci è stato il testimonial di Oxfam Italia all’Euronics di Lucca. Oxfam Italia è l’Organizzazione non governativa italiana della confederazione di Oxfam per combattere la fame e la povertà. Molto spesso i cittadini vengono chiamati a partecipare attraverso donazioni richieste con telefonate private, sms e social network. In molti vorrebbero contribuire non solo “sborsando” soldi. Esistono infatti moltissimi modi per rendersi utili. Ecco come Alessandro si rapporta al mondo del volontariato e dell’associazionismo.[MORE]

Qualche settimana fa, sei stato il testimonial di Oxfam Italia all'Euronics di Lucca per raccogliere fondi per combattere la fame e la povertà. «Non è solo lo spirito natalizio, è una cosa che dovremmo fare tutti i giorni dell’anno», così hai dichiarato. Perché ritieni sia importante partecipare personalmente a queste associazioni?

Quando si parla di volontariato e di “opere di bene” si entra nella sfera del privato, si varca la soglia dell’intimo, dei principi personali e dei codici di condotta. Personalmente ritengo che offrire i propri servigi a chi ne ha bisogno, dare qualcosa del molto o del poco che si ha, soldi, tempo, sangue sia un obbligo morale e un dovere. Nel periodo natalizio molte associazioni e organizzazioni cercano, pervicacemente, una via di accesso alla nostra pietas cristiana e non: in linea di principio mi sembra giusto che ciò avvenga perché è corretto non perdere di vista lo spirito del Santo Natale, non ridurlo a una semplice corsa agli acquisti, ma da un altro punto di vista si corre il rischio di condensare il nostro limitato sforzo a quei pochi giorni. La festa poi passa e così anche la mia solidarietà. Non dimentico il vario e ricchissimo panorama del volontariato in Italia, patrimonio inestimabile del nostro Paese, ma sono ancora molte le persone che non hanno avuto la fortuna di misurarsi, di incontrarsi con la realtà dell’associazionismo e del volontariato, e non è mai troppo tardi.

Democrazia e solidarietà sono alla base di molte associazioni. Oggi i cittadini vengono, sempre più spesso, esortati a partecipare attraverso donazioni che vengono chieste attraverso telefonate private, sms e anche attraverso l’uso dei social network. Come ti poni dinnanzi a queste esortazioni?

Questo è un aspetto dell’ argomento che mi lascia a volte un po’ perplesso. È ovvio e comprensibile che una struttura organizzativa o un progetto necessitino di risorse economiche, e la ricerca di fondi deve essere continua e instancabile; mirabile e ammirevole è il lavoro di fundraising da parte di molte persone, ma fra i potenziali donatori, attualmente, ce ne sono molti che di risorse economiche ne hanno poche. Fra questi ultimi, ho assistito personalmente alla scena più di una volta, ci sono però donne e uomini che offrirebbero volentieri il proprio tempo e che invece si sentono rispondere che è meglio dare i soldi, senza neppure essere indirizzati altrove, dove potrebbero rendersi utili.

Con beneficenza si intende un aiuto economico a persone o comunità bisognose. I cittadini posso partecipare attraverso donazioni. In molti vorrebbero contribuire non solo “sborsando”. Oltre al denaro, di quali altri aiuti concreti ci si potrebbe avvalere?

Non esiste solo il denaro. Sinceramente, per quanto essenziale alla sopravvivenza di persone e organizzazioni, di comunità e di idee, a volte ho l’impressione che il ricorso al denaro sia una scorciatoia per chi fa e per chi accetta questo tipo di donazione. Io ti do i soldi e mi sento in pace con me stesso; io prendo i tuoi soldi così faccio ciò che devo fare senza avere te necessariamente, ma soprattutto personalmente, fra i piedi. I modi per aiutare sono davvero molti di più: ho amici che donano il sangue, il midollo osseo, che fanno volontariato negli ospedali, presso gli anziani; conosco persone che dedicano la propria vita a persone con disabilità, chi registra audio-libri, chi fa il clow-dottore in corsia. Il panorama è così vasto che è impossibile vederne i confini.

Mancanza di fiducia per diversi cittadini. Molti infatti sono stati i casi di attività di donazione con finalità di lucro. Molti gli imbrogli.

La truffa può essere in agguato ovunque, ma non si può fare di tutta l’erba un fascio. Credo che ci sia bisogno, da parte delle autorità preposte, di un controllo capillare di queste organizzazioni, ma da parte nostra deve esserci la volontà di fare una donazione mirata, di capire su cosa abbiamo investito, emotivamente ed economicamente, di renderci conto a chi andranno i nostri denari; da qui la necessità di informarsi sull’associazione, sulle finalità di coloro che supportiamo, sui progetti che sosteniamo col nostro gesto. Anche questa è partecipazione civile. Oggi più di prima i soldi che abbiamo in tasca sono preziosi, i tempi duri che stiamo vivendo tutti richiedono responsabilità ed oculatezza nell’utilizzo delle risorse economiche a nostra diposizione, motivo in più per essere consapevoli delle nostre azioni.

Il volontariato è un'attività libera e gratuita, viene rivolto molto spesso a persone in difficoltà. Nasce dalla spontanea volontà dei cittadini dinnanzi a problemi non risolti o che non stati mal affrontati. Ritieni che oggi sia ancora così?

Oggi più che mai è così. Ma lo dico con rammarico. Il volontariato, a mio parere, dovrebbe essere una risorsa a sostegno di una struttura socio-sanitaria, ma non solo, autonoma e funzionante. In un periodo di spending review, che spesso per una amministrazione locale significa tagli soprattutto alla spesa sociale, il mondo del volontariato non può e non deve sostituirsi alle mancanze del nostro stato sociale. Rischia di essere una china pericolosissima sotto molti punti di vista, da quello economico a quello occupazionale, con il ricorso a volontari dove andrebbero assunti ed utilizzati professionisti. È importante non perdere di vista le competenze e le aree di azione, ponendo ciascuno di fronte alle proprie responsabilità.
 

Giulia Farneti


Autore
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