Direttamente da GF12 - Vito Mancini si racconta a InfoOggi
Interviste Calabria

Direttamente da GF12 - Vito Mancini si racconta a InfoOggi

venerdì 8 gennaio, 2016

Vito Mancini, pugliese, sguardo magnetico e noto per la sua partecipazione al GF12, avrà una partecipazione breve ma intensa in alcuni episodi della soap Un Posto al Sole. E studia per migliorare come attore e puntare al cinema. [MORE]

Quando hai deciso di diventare attore?

Non credo ci sia mai stato il momento in cui ho deciso di fare questa scelta, credo ci sia sempre stata una sorta di esigenza che ha mosso le varie scelte che ho fatto nel corso del tempo. Inevitabilmente ogni scelta marcava sempre più la strada verso quella che è la necessità principale, recitare.

Che studi hai fatto o stai facendo?

Sin da piccolo, ho sempre sognato di far parte di quella magia che mi teneva incollato allo schermo e riuscivo a procurarmi manuali di regia e sceneggiatura ma soprattutto la svolta c’è stata mentre leggevo “il lavoro dell’attore su se stessi” di Stanislavskij. Capire e comprendere che tutta la forza emotiva che ognuno di noi ha dentro può essere messa al servizio dell’arte ma soprattutto dello spettatore mi ha aperto un mondo che ho continuato imperterrito a voler seguire, non a caso i primi studi che ho fatto e anche quelli successivi sono sempre stati legati al metodo Stanislavskij-Strasberg come la scuola di Beatrice Bracco e il DUSE International di Francesca De Sapio, dove ancora oggi a fasi alterne di ricerca e studio, continuo a frequentarne i laboratori.

Un posto al sole e' il tuo debutto?

Sicuramente è un debutto nelle soap-opera, non mi era mai capitato di prendere parte a produzioni di questo tipo e iniziare dalla soap opera italiana per eccellenza non è che un buon inizio. Comunque mi era già capitato di lavorare sui set, per il cinema con Veronesi (Una donna per amica) e De Biase (Un natale stupefacente), in teatro con lo spettacolo DAdP (dignità autonome di prostituzione) e ultima ma non ultima la possibilità di lavorare per una pubblicità con uno dei miei registi italiani preferiti ovvero Emanuele Crialese, un’esperienza bellissima di cui vado personalmente fiero per tutto quello che può significare per un attore, lavorare con un grande regista.

Come sei stato accolto sul set della soap?


Prima ancora del set devo dire che la magnifica accoglienza è partita già dalle ragazze in produzione, entrare negli studi di UPAS ti fa respirare aria di casa ed è proprio così che mi sono sentito. Sul set poi è andata ancora meglio, è nata una bella sintonia con gli altri attori che mi hanno accolto alla grande e da cui ho saputo anche ricavare più di qualche suggerimento sul lavoro

Cosa ricordi del tuo GF12?

Sembrerà strano da dire ma ricordo molto bene la solitudine, nel senso che durante i quattro mesi all’interno della casa ho sempre cercato di ritagliarmi dei momenti che fossero solo per me ed erano dei momenti molto cari, come ad esempio svegliarsi prima di tutti per gustare il silenzio della mattina ed assaporare il primo caffè scrutando il cielo. Non mi piace la confusione, quella a perdere che non è un crogiuolo di creatività, urla, litigi, pettegolezzi mi hanno sempre tolto l’energia, figuriamoci quando sei obbligato a subirli in un perimetro ben definito da cui non puoi uscire, insomma anche se dorata, una gabbia è sempre una gabbia.

Cosa ti ha dato come esperienza?

Ad oggi non rinnego l’esperienza ma sono convinto che avrei potuto impegnare quei quattro mesi in attività molto più stimolanti come viaggiare ad esempio, quindi credo che uno dei grandi insegnamenti sia stato quello di affermare che restare chiuso in un posto non è quello che fa per me. Sicuramente se venisse data la possibilità ai concorrenti di esprimersi nelle loro idee, attività, che vadano al di là delle dinamiche da pettegolezzo, se venissero inseriti degli spunti di dialogo, di scambio culturale che non siano solo delle tragedie da share, se venisse, perchè no, data la possibilità di imparare, arricchire di cultura i ragazzi e gli spettatori sicuramente avremmo un’idea molto diversa del format e sicuramente nei fatti sarebbe molto più interessante.

Un sogno da realizzare?

Lo ammetto, ne ho diversi, forse troppi ma questa per me è una cosa positiva, la vedo come un arsenale sempre a disposizione. Ho in mente tanti personaggi a cui voler dare vita.

Mi piacerebbe tanto recitare in un film musicale, dove ci può essere la possibilità di suonare e cantare con la mia voce, come Joaquin Phoenix in “i Walk the Line”, così come mi piacerebbe interpretare un personaggio forte, del Sud, che abbia contatto con la terra ma che non venga dipinto esclusivamente dai classici stereotipi, conosco tantissima gente che finita una battuta di pesca o dopo aver lavorato i campi predilige un ottimo bicchiere di vino accompagnato da un assolo dei Pink Floyd. D’altronde se così non fosse non sarebbe stato possibile per me portare nella recitazione la magia che ognuno di noi rappresenta, radici di appartenenza incluse.

 

Filippo Coppletta


Autore
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