Giornata Mondiale del Malato 2016. Affidarsi a Gesù misericordioso
Chiesa e Società Calabria

Giornata Mondiale del Malato 2016. Affidarsi a Gesù misericordioso

giovedì 17 settembre, 2015

 17 SETTEMBRE 2015 -  Con il racconto del miracolo di Gesù alle nozze di Cana ha inizio il messaggio del Santo Padre Francesco per la XXIV Giornata Mondiale del Malato, giornata che sarà celebrata in modo solenne in Terra Santa. Il tema prescelto – Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5) si inscrive molto bene anche all’interno del Giubileo straordinario della Misericordia. La Celebrazione eucaristica centrale della Giornata avrà luogo l’11 febbraio 2016, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes.[MORE]
Ha scritto Papa Francesco: “Nelle nozze di Cana, Maria è la donna premurosa che si accorge di un problema molto importante per gli sposi: è finito il vino, simbolo della gioia della festa. Maria scopre la difficoltà, in un certo senso la fa sua e, con discrezione, agisce prontamente. Non rimane a guardare, e tanto meno si attarda ad esprimere giudizi, ma si rivolge a Gesù e gli presenta il problema così come è: «Non hanno vino» (Gv 2,3). E quando Gesù le fa presente che non è ancora il momento per Lui di rivelarsi (cfr v. 4), dice ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (v. 5). Allora Gesù compie il miracolo, trasformando una grande quantità di acqua in vino, un vino che appare subito il migliore di tutta la festa. Quale insegnamento possiamo ricavare dal mistero delle nozze di Cana per la Giornata Mondiale del Malato?
Il banchetto di nozze di Cana è un’icona della Chiesa: al centro c’è Gesù misericordioso che compie il segno; intorno a Lui ci sono i discepoli, le primizie della nuova comunità; e vicino a Gesù e ai suoi discepoli c’è Maria, Madre provvidente e orante. Maria partecipa alla gioia della gente comune e contribuisce ad accrescerla; intercede presso suo Figlio per il bene degli sposi e di tutti gli invitati. E Gesù non ha rifiutato la richiesta di sua Madre. Quanta speranza in questo avvenimento per noi tutti! Abbiamo una Madre che ha gli occhi vigili e buoni, come suo Figlio; il cuore materno e ricolmo di misericordia, come Lui; le mani che vogliono aiutare, come le mani di Gesù che spezzavano il pane per chi aveva fame, che toccavano i malati e li guarivano. Questo ci riempie di fiducia e ci fa aprire alla grazia e alla misericordia di Cristo. L’intercessione di Maria ci fa sperimentare la consolazione per la quale l’apostolo Paolo benedice Dio: «Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione» (2 Cor 1,3-5). Maria è la Madre “consolata” che consola i suoi figli”. (Messaggio).
La malattia non sempre viene accettata, soprattutto quella grave. In un primo momento si potrebbe cadere nella tentazione della disperazione. Tutto di noi viene messo alla prova, anche la nostra stessa fede. Allarmante e preoccupante poi quando queste situazioni si vivono senza Dio, senza un motivo di speranza. In chi, in cosa trovare conforto e consolazione?
La Vergine Maria, Madre premurosa e solerte può diventare il motivo di tale conforto. In lei si rispecchia tutto l’amore misericordioso e la tenerezza di Dio. Dice il Santo Padre: “E quella stessa tenerezza si fa presente nella vita di tante persone che si trovano accanto ai malati e sanno coglierne i bisogni, anche quelli più impercettibili, perché guardano con occhi pieni di amore. Quante volte una mamma al capezzale del figlio malato, o un figlio che si prende cura del genitore anziano, o un nipote che sta vicino al nonno o alla nonna, mette la sua invocazione nelle mani della Madonna!”.
Un invito a chi legge queste parole: Prima o dopo, momenti di sconforto o momenti di malattia abiteranno il nostro cuore e la nostra stessa vita. Non dite: “Tutto è finito! Tutto è perduto!”. Inizia una via lunga e tortuosa che vi farà sperimentare, forse il Calvario. Ma ricordatevi sempre che quella croce non la porterete da soli. Abbiate fede, abbiate speranza. Il Manto della Madonna è grande e c’è posto per tutti. Rifugiatevi nel suo cuore sempre.
Voglio concludere con le parole e l’augurio del Papa: “Anche noi possiamo essere mani, braccia, cuori che aiutano Dio a compiere i suoi prodigi, spesso nascosti. Anche noi, sani o malati, possiamo offrire le nostre fatiche e sofferenze come quell’acqua che riempì le anfore alle nozze di Cana e fu trasformata nel vino più buono. Con l’aiuto discreto a chi soffre, così come nella malattia, si prende sulle proprie spalle la croce di ogni giorno e si segue il Maestro (cfr Lc 9,23); e anche se l’incontro con la sofferenza sarà sempre un mistero, Gesù ci aiuta a svelarne il senso”.


Don Francesco Cristofaro
www.donfrancescocristofaro.it
Twitter: @CristofaroFranc


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