cavalcavia  Novara disgrazia
Cronaca Piemonte Novara

cavalcavia Novara disgrazia

domenica 9 ottobre, 2022

Ha ceduto una parte di un cavalcavia a Novara, poteva trasformarsi in disgrazia, Si tratta del cavalcavia 25 aprile, nella parte terminale, in direzione uscita dalla città verso Milano.

Il cedimento si è verificato alle 7.30 e una vettura che stava transitando è finita nella fenditura che si è aperta al bordo, verso i campi, senza però crollare di sotto, in questa parte comunque a un'altezza ben più ridotta rispetto alla parte centrale. Nessun ferito tra gli occupanti dell'auto. Sul posto sono quindi giunti la polizia municipale e i vigili del fuoco per verificare i danni e per valutare le cause del cedimento, se strutturali o legate alla pioggia. Il cavalcavia è chiuso al traffico.

Non era tra i ponti di Novara monitorati come rischiosi dagli uffici comunali il cavalcavia XXV aprile, uno dei due che passano sopra la ferrovia, nella zona est della città, quella che porta verso Milano, nel quartiere di Sant'Agabio. La struttura infatti era stata interessata da lavori di consolidamento nel febbraio 2015. L'amministrazione, allora guidata dal sindaco Andrea Ballarè decise i lavori sulla struttura con procedura di somma urgenza, perché le sue condizioni statiche si stavano deteriorando in modo preoccupante. I lavori al cavalcavia erano già previsti. L'appalto da 190mila euro era stato appena assegnato alla Finteco lavori di Salassa (Torino). A quel punto sarebbe dovuto partire il normale iter degli appalti (che prevede la stipula del contratto e la consegna dei lavori). Un sopralluogo consigliò la brusca accelerazione. Sul viadotto la carreggiata era già ridotta da tre a due corsie dal dicembre 2013, dopo la scoperta di un "cedimento delle fondazioni per la scarsa portanza del terreno, con conseguente rotazione dei muri verso l'esterno".

LA STORIA DEL CAVALCAVIA

Il cavalcavia in questione, tornando indietro alla sua nascita, fu inaugurato l'antivigilia di Capodanno del 1974 e un quotidiano locale, il Corriere di Novara, lo definì "il ponte dei sospiri". Causa i sei anni di gestazione per un'opera, di cui si era iniziato a parlare nel 1964, che originariamente era prevista in ferro con una sezione stradale di 7 metri. In seguito furono apportate modifiche sostanziali e fu realizzato in cemento armato precompresso con sede stradale di oltre 9 metri più i marciapiedi. Lungo 1.150 metri di cui 425 di viadotto in cemento armato e rampe di raccordo. Il progetto originario del cavalcavia XXV Aprile, realizzato dall'ufficio tecnico comunale, fu approvato il 7 novembre 1969, mentre quello in cemento armato fu approvato il 13 agosto 1973. La consegna dei lavori del progetto originario data 30 novembre 1970. I lavori del viadotto in cemento armato iniziarono l'11 giugno 1973. Il costo preventivo dell'opera era di 850.000.000 di lire mentre il costo consuntivo, sfiorò il miliardo dell'epoca, fu infatti di 969.000.000. L'opera fu realizzata dall'impresa Zumaglini e Gallina di Torino. Questa la scheda tecnica in dettaglio: viadotto in travi prefabbricate, lunghezza 425 metri, larghezza, 12 metri, di cui 9,50 carrabili con pendenza massima del 5,5 per cento. Lunghezza complessiva inclusi i raccordi 1.140 metri. Il cavalcavia fu inaugurato incompleto. Mancavano alcune opere accessorie come l'impianto di illuminazione. Il Corriere di Novara riportò che l'opera era "forse costata troppo in relazione agli effettivi benefici che apporta alla soluzione della viabilità di Novara".

LE REAZIONI

"Fortunatamente non ci sono stati feriti. Non si è trattato della caduta del ponte, ma del distacco di una spalletta del muro di contenimento, nella parte finale". Così il sindaco di Novara, Alessandro Canelli. "Ora come amministrazione - prosegue il primo cittadino - verificheremo principalmente due cose: la prima come sia potuto succedere questo incidente, visto che era stato fatto un lavoro di consolidamento della struttura soltanto sette anni fa, e visti i monitoraggi che vi sono stati negli anni successivi. Il sovrappasso non era tra quelli cittadini a rischio. Abbiamo attivato con la massima urgenza tutti gli strumenti per capire come si sia potuto verificare una situazione del genere". Il Comune di Novara intanto, in merito ai disagi alla viabilità che si verificheranno nei prossimi giorni, causa chiusura della struttura, ha reso noto di avere già messo in cantiere un piano organizzativo che coinvolge trasporto pubblico, scuole e altre realtà cittadine.

"Il crollo torna a interrogare la qualità dei materiali con cui sono costruite le nostre infrastrutture primarie e la tenuta del nostro fragile paese, che più degli altri paesi europei è a grave rischio di dissesto idrogeologico". Così il segretario regionale del Pd Piemonte, Paolo Furia. "Tanto si è detto, alcune cose si sono cominciate a fare per il rafforzamento strutturale del territorio - osserva Furia -, ma i risultati degli interventi del Pnrr, ad esempio, si vedranno solo dal 2023 in poi. Dobbiamo quindi tenere alta la vigilanza e non lasciar soli gli amministratori locali in questa storia".

Il legame con i migranti

“La testimonianza di questi due Beati - spiega il cardinale Semeraro presentandoli a Francesco - riporta l’attenzione dei credenti in Cristo al tema dei migranti” che, come detto più volte dal Papa, “se integrati possono aiutare a far respirare l’aria di una diversità che rigenera l’unità; possono alimentare il volto della cattolicità; possono testimoniare l’apostolicità della Chiesa; possono generare storie di santità”. Il prefetto tratteggia poi le vite di Giovanni Battista Scalabrini e di Artemide Zatti, evidenziando nel primo l’opera pastorale nei confronti dei migranti “giudicata da molti profezia di una Chiesa vicina alla gente e ai suoi problemi concreti”. Nel secondo il suo essere “autentico interprete dello spirito salesiano, con un temperamento affabile e la letizia che sempre lo accompagnava, anche nelle circostanze più difficili”. (Ansa)

In aggiornamento

 


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