Il politologo turco Cengiz Aktar parla a InfoOggi: ''La Commissione europea ha paura di Ankara''
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Il politologo turco Cengiz Aktar parla a InfoOggi: ''La Commissione europea ha paura di Ankara''

martedì 4 ottobre, 2016

FERRARA – Lo scorso primo ottobre, nel corso del Festival dell’Internazionale a Ferrara, abbiamo incontrato lo scrittore, giornalista e politologo turco Cengiz Aktar. Nato a Istambul nel 1955, ha condotto studi di Economia e Relazioni Internazionali in Turchia e in Francia. Ha lavorato per l’Unione europea nell’ambito delle politiche di asilo e immigrazione e per 22 anni per le Nazioni Unite, 5 dei quali è stato a capo della missione dell’ONU in Slovenia.[MORE]

Vorrei farle delle domande sul rapporto tra il suo paese, la Turchia, e l’Unione Europea. Pensa che sia opportuno portare avanti il dialogo tra Ankara e l’Europa nonostante il Governo turco assuma forme sempre più autoritarie? Pensa che l’Accordo di Bruxelles danneggi l’Italia a causa del dirottamento dei migranti verso il Nord?

Io penso che la Commissione europea che si è incaricata di concludere questo Accordo sui rifugiati, non sa più come trattare con la Turchia, non sa più come coinvolgerla. Nonostante la Turchia sia una candidata che negozia con l’Unione europea per diventarne membro, non ottempera più ai criteri basilari e chiunque lo sa. Ma loro hanno paura di dirlo a causa dell’Accordo sui rifugiati, se lo dicessero il governo di Ankara prenderebbe l’iniziativa e lascerebbe i siriani andare in Europa.


I siriani in Turchia non hanno un futuro brillante, non lo hanno da nessuna parte, ma in Turchia c’è disoccupazione, i bambini non vanno a scuola, ci sono vari problemi. Il punto è questo: non è stabilito dal governo se ostacolarli, bloccarli o lasciarli andare ma dipende da altro.


Per la negoziazione, io personalmente non comprendo la paura che la Turchia potrebbe reagire alla decisione da parte delle istituzioni europee di congelare la negoziazione e ciò perché Ankara non è interessata ad aderire all’Unione europea. Oggi, con tutti questi problemi si sente pronta ad entrare nell’Unione europea, che è certamente fuori questione. Penso che la Commissione in particolare sia persa, non sanno cosa fare con la signora Mogherini, che ha iniziato la negoziazione.

Riguardo all’approccio di Erdogan con la Siria. La Turchia ospita 3 milioni di rifugiati siriani, che tipo di benefici Erdogan ne ha tratto? Come i siriani hanno cambiato le città turche, com’è avvenuta l’integrazione e come spiega la costruzione di un muro turco lungo i confini della Siria?


Certamente i siriani che raggiungono la Turchia, come il Libano, la Giordania e l’Iraq, lo fanno per mettere in salvo la vita, la cosa più importante per un essere umano, ma una volta che sei in vita devi soddisfare altri bisogni e questi sono solo parzialmente soddisfatti. Solo il 10% di questa popolazione di rifugiati vive in campi, il resto è lasciato in giro.


Nelle loro città, ad esempio Kilis che è molto vicina al confine, il numero di rifugiati è più alto della popolazione locale. Ma in generale, comparando il numero di siriani, c’è una mole maggiore di problemi nei paesi occidentali piuttosto che in Turchia, perché la popolazione nonostante i problemi che ha, accetta i rifugiati con cui vive in armonia.


Il muro non è necessariamente contro i siriani ma contro i siriani curdi. Si dovrebbe sapere che i siriani curdi e i turchi curdi sono molto vicini. Sono stati separati da confini artificiali, come confini aerei. Tutto ciò è contro il principio difeso dalla Turchia nel caso di Israele e Palestina, dove Israele costruisce mura per separare la Palestina. La Turchia si è dichiarata apertamente contro questo. Contro in Israele ma pro in Turchia.

 

Grazie a Cengiz Aktar per averci dedicato il suo tempo e all’Ufficio stampa di Internazionale 


Maria Azzarello

 


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