ISIS, in Iraq l'Italia passa da azioni di ricognizione ai bombardamenti mirati
Estero Valle d'Aosta

ISIS, in Iraq l'Italia passa da azioni di ricognizione ai bombardamenti mirati

martedì 6 ottobre, 2015

 BAGHDAD, 6 OTTOBRE 2015 – I Tornado italiani presto smetteranno di effettuare solo operazioni di ricognizione in Iraq, ma passeranno a bombardare zone mirate del Paese di comune accordo con il comando americano, contro obiettivi sensibili dell'ISIS. La decisione è stata in verità presa già un anno fa, quando quattro Tornado del Sesto stormo di Ghedi furono inviati in una base aerea in Kuwait, insieme a un aereo-cisterna KC767, droni Predator e un totale di 140 uomini. Le forze italiane hanno armato i Peshmerga curdi, le uniche forze di terra che hanno efficacemente fronteggiato l'ISIS, e hanno dato il via a programmi di addestramento tuttora in corso.

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Oggi dunque gli stessi cacciabombardieri assumeranno le loro piene caratteristiche e verranno utilizzati per colpire bersagli individuati in base alle nuove regole di ingaggio, come fanno del resto gli aerei di Paesi più piccoli del nostro. Restano fermi per ora, invece, gli aerei tedeschi, che non bombarderanno fino a nuovo ordine. Non da sottovalutare la netta distinzione fatta tra Siria e Iraq: il governo di Baghdad ha chiesto esplicitamente all'Italia – e alle altre forze europee – di intervenire sul proprio territorio contro l'ISIS e di bombardare, mentre la Siria ha concesso 'l'onere' solo a Vladimir Putin; una decisione che ha un valore legale che l'Italia non ha ritenuto di ignorare, accompagnate dalle dichiarazioni di Matteo Renzi, che ha sempre ritenuto che un bombardamento in Siria non avrebbe portato da nessuna parte.

Diverse dunque le esigenze militari in Iraq, dove la presenza dell'ISIS è circoscritta all'area ai confini con la Siria e nella provincia di Anbar, non lontano dalla capitale. Soddisfazione per il Segretario alla Difesa statunitense Ashton Carter, che oggi sarà in visita a Sigonella e a Roma e incontrerà anche Mattarella. Contrarie all'intervento alcune forze politiche, ma non è detto che la decisione venga necessariamente votata in Parlamento.

Foto: corriere.it

Dino Buonaiuto


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