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Kazakhstan, la protesta delle mutande

Domenico Carelli
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Kazakhstan, la protesta delle mutande
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ALMATY, 18 FEBBRAIO 2014 – Ad Almaty, capitale del Kazakstan, sette donne sono state arrestate dagli agenti di polizia mentre protestavano in piazza contro il governo, brandendo orgogliose un insolito corpo del reato, al grido di «ridateci le mutande!».

Già, la biancheria intima, nella specie mutandine di pizzo, rischia di diventare l’icona simbolo dell’opposizione a Putin, dopo la notizia della messa al bando entro il 1 luglio 2014. In base al regolamento dell'Unione doganale eurasiatica, a partire dalla prossima estate, in Russia, Bielorussia e Kazakhstan (i tre Paesi dell'Unione doganale), sarà vietata la produzione, la distribuzione, l’importazione e la vendita delle mutande in materiali sintetici che non osservano gli standard tecnici stabiliti per le materie prime. Negli articoli di lingerie “mutande in pizzo” attualmente più diffuse l’indice d’igroscopicità è pari al 3-3,6%, inferiore a quello del 6% richiesto dal richiamato regolamento sulla sicurezza dei tessuti - una legge, entrata in vigore nell'Unione doganale nel 2012 ma ad oggi non ancora applicata.[MORE]

Indignazione non solo tra le file delle consumatrici, dal momento che quello dell’intimo femminile rappresenta nelle ex repubbliche socialiste dell'Urss un mercato decisamente in crescita, con un fatturato di quasi 6 miliardi di euro.

(Foto: repubblica.it)

Domenico Carelli
 


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Scritto da Domenico Carelli

Giornalista di InfoOggi

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