L'ISIS distrugge l'arco di trionfo di epoca romana, simbolo della città di Palmira
Estero Valle d'Aosta

L'ISIS distrugge l'arco di trionfo di epoca romana, simbolo della città di Palmira

lunedì 5 ottobre, 2015

 HOMS (SIRIA), 5 OTTOBRE 2015 – L'ISIS ha ricominciato ad accanirsi contro le vestigia della civiltà antica siriana: ancora una volta sotto attacco la città di Palmira, dove il sedicente Stato Islamico ha fatto saltare il plurimillenario arco di trionfo di epoca romana. È dal 19 scorso che il gruppo terrorista compie razzie nel sito archeologico, prima scelto come teatro di decapitazioni, poi in repentina escalation si è cominciato con la distruzione iconoclasta, con il tempio di Ball Amish prima e quello di Bell poi. Il 5 settembre è toccato a tre tombe a torre costruite tra il 44 e il 103 dopo Cristo.

Preoccupato il sovrintendente alle antichità siriane, Maamoun Abdulkarim: “Era un'icona di Palmira, qui siamo di fronte a una distruzione metodica della città. La vogliono radere al suolo completamente. Assistiamo a uno choc dopo l'altro, e sappiamo che l'ISIS ha minato altri monumenti. Vogliono distruggere l'anfiteatro e il colonnato. Ormai abbiamo paura per tutta la città antica. La comunità faccia qualcosa per salvare Palmira”.

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Per i jihadisti le opere archeologiche pre-islamiche sono sacrileghe. Secondo molti analisti, dietro le distruzioni, finora sempre riprese con video di alta qualità, si cela anche il traffico di opere d'arte con cui l'ISIS si finanzia. Prima di fare esplodere i templi o i pezzi più grandi, i jihadisti staccherebbero singoli reperti che poi riapparirebbero sul mercato delle opere d'arte. Per sopperire a tale devastazione, l'università di Oxford ha lanciato un piano di mappatura fotografica 3d con droni dotati di telecamere ad alta risoluzione e Gps per immortalare ogni singolo pezzo, con il duplice obiettivo di pensare in un futuro a ricostruire i templi distrutti nella maniera più fedele possibile, oltre a costituire un immenso database aperto e consultabile a tutti per rendere invendibili e quindi privi di valore economico i singoli reperti trafugati prima della distruzione.

Foto: ilpost.it

Dino Buonaiuto


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