La laurea in tempo di crisi?
Pubblica Istruzione Calabria

La laurea in tempo di crisi?

sabato 3 aprile, 2010

Ecco cosa scegliere
La disoccupazione aumenta, le buste paga si alleggeriscono, e i contratti di lavoro sono sempre più atipici. Anche i laureati pagano cara la crisi: in particolare, a un anno dalla laurea, la disoccupazione è passata rispettivamente dal 16,5 al 22 per cento per i laureati triennali, dal 14 al 21 per cento per i laureati magistrali, dal 9 al 15 per cento per gli specialistici a ciclo unico. Rispetto allo scorso anno, c’è stata insomma una frenata da parte di tutti i corsi di laurea ad essere “assorbiti” dal mercato del lavoro
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Inutile negarlo, che in questo contesto, ci sono lauree che possono “pagare” di più e lauree che possono “pagare” di meno nella difficile conquista di un posto di lavoro.
Esistono, infatti, soprattutto in Italia eserciti di giovani laureati che non trovano lavoro e datori di lavori che cercano profili professionali introvabili. Basti pensare che all’esubero di laureati nel settore politico-sociale, psicologico, letterario, linguistico e biologico, impossibile da essere assorbito totalmente nel mercato del lavoro, fa seguito tutta una serie di figure professionali, per le quali esiste un eccesso di domanda, che necessitano al mondo produttivo soprattutto nel settore ingegneristico, medico, infermieristico, economico-statistico.
Quali sono quindi le lauree che più di tutte potrebbero "aiutare" a trovare lavoro?
In testa le lauree medico-sanitarie,a cominciare dal settore infermieristico, per proseguire con quelle relative alla fisioterapia e alle professioni sanitarie tecniche (tecnico radiologo, tecnico di laboratorio, ecc.). Nel 2009 la difficoltà di reperimento di infermieri sul territorio italiano era pari a 59%, così di fisioterapisti pari al 44% e di farmacisti pari al 35%. Il dato importante è che circa il 73% dei laureati nelle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ha un’occupazione continuativa iniziata dopo la laurea.
Buone prospettive occupazioni anche per le lauree “forti” come ingegneria e architettura, economia e scienze e tecnologie informatiche.

Una positiva percentuale di occupati in modo continuativo (lavoro cioè svolto con cadenza regolare sia a tempo determinato che indeterminato) dopo la laurea riguarda quindi soprattutto i laureati in materie scientifiche e con specializzazioni tecniche.

 


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