Negramaro: "Casa 69" [APPROFONDIMENTO]
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Negramaro: "Casa 69" [APPROFONDIMENTO]

martedì 28 dicembre, 2010

Casa 69”, è questo il titolo del nuovo album d’inediti dei Negramaro. Prodotto da David Bottrill, già collaboratore di artisti del calibro dei Muse, Placebo, Tool e David Bowie, il disco ha tutte le carte in regola per diventare l’evento musicale del 2010. A differenza dei precedenti, il recente lavoro discografico della band salentina è stato messo in commercio in più versioni ed ognuna di essa presenta elementi molto succulenti. L’edizione classica, comprendente ben 16 canzoni, presenta un elevato numero di note rispetto alla media a cui normalmente siamo abituati. [MORE] La special edition per I-Tunes ha due tracce in più rispetto al versioning di base, mentre il cofanetto in stile “Sono un fan e mi disinteresso della crisi”, pur costando quasi 30 euro, merita decisamente lo sforzo economico di chi ne vorrà godere. Al suo interno troverete la versione in CD del versioning per I-Tunes, la colonna sonora di ‘Vallanzasca’, il film diretto da Michele Di Placido, il bonus Dvd comprendente ‘Toronto: Makink of Casa 69’ ed il video di ‘Sing-hiozzo’, il primo singolo estratto dall’album. Il tutto accompagnato da un libretto con i testi estremamente curato e ben fatto.

“Casa 69” è un ottimo disco rock. La ruvida chitarra di “E’ tanto che dormo”, il basso corposo di “Dopo di me”, il riappacificante piano di “Quel matto son io”, la ritmica batteria di “Se un giorno mai”, la sapiente amalgama delle campionature di Andrea Pupillo De Rocco e la poliedrica voce del frontman dei Negramaro sono tutte parti di un unico corpo, di una unica casa. Come copertina dell’album la scelta è caduta su una scultura in vetro composta da Ermanno Carlà, il bassista del gruppo, che risulta essere la migliore delle cartine tornasole per assimilare lo spirito con cui è stato orchestrato quest’ultima produzione artistica del gruppo pugliese. L’essere molti e diversi, uniti ed individuali per non essere individualisti. Ad un occhio più attento essa mostrerà un’interessante illusione ottica. Il cuore che osserverete assumerà anche l’aspetto di altro … a voi il saper notare cosa.

Nella recente fatica discografica dei sei delle Puglie vi è un intento di livello molto alto: parlare e scomporre l’Io in tutte le sue direzioni. Questo dopo aver musicato dell’autoanalisi sull’ossessione del tempo (Mentre Tutto Scorre, 2005) e della scomposizione dello spazio (La Finestra 2007). “Casa 69” è un disco sì corposo, sì intenso, con un sound puro e diretto che stimola il tamburellare delle mani e dei neuroni, però, nonostante la sua estrema bellezza, mostra qualche neo tra le pieghe dei mutevoli testi ricamati da Giuliano Sangiorgi.

Non ci sono dubbi che i Negramaro siano una delle realtà più interessanti del panorama italiano, proprio per questo motivo una domanda nasce spontanea: era davvero così necessario che in 16 tracce su 18 si parlasse del rapporto tra due esseri, al di là che essi siano innamorati, amanti occasionali, Io e Non Io o qualsivoglia altra entità? Sicuramente c’è da dire che, attraverso questa chiave di lettura, Giuliano Sangiorgi riesce a toccare corde differenti e sempre intense. Perciò, credo che la risposta alla domanda appena posta possa essere personale e differente. Si distaccano da questo quadro creativo “Apollo 11”, piccola perla poetica dall’atipica struttura e “Casa 69”, la title track dell’album. In conclusione, al di là del dubbio sopra esposto e dell’utilizzo, forse eccessivo, della rinomata tecnica del ‘Ripeto una parte di testo per farti partecipe del mio sentimento’, presente già negli ultimi secondi di “Sing-hiozzo” e che alla lunga può stancare, si può affermare, con certezza, che “Casa 69” sia uno dei migliori dischi prodotti ultimamente. Un disco dalla forte identità musicale e dalle significanze non indifferenti.


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