Nessuna amnistia per Pussy Riot. Medvedev "Non ci sono prigionieri politici"
Estero

Nessuna amnistia per Pussy Riot. Medvedev "Non ci sono prigionieri politici"

venerdì 6 dicembre, 2013

MOSCA, 6 DICEMBRE 2013 - Si sperava in un'amnistia per vedere fuori dalla cella chi si è solo opposto all'autoritarismo di Vladimir Putin, ma la luce che si era accesa all'orizzonte per il caso Pussy Riot si è spenta con il primo batter di ciglio del Presidente.


Proprio oggi il Primo Ministro russo Dmitri Medvedev ha violentemente frustato e annientato ogni speranza: «I personaggi che di solito vengono citati oggi, anche se si oppongono al potere, sono in cella non per le loro convinzioni politiche ma per aver violato l’ordine pubblico». Delinquenti quindi, perché per il braccio destro di Putin «In Russia non esistono prigionieri politici, gli oppositori sono in galera per aver commesso crimini reali». Omissione di realtà. [MORE]

Ma il Primo Ministro, non si ferma, continua a nascondere sotto terra un autoritarismo ormai evidente e afferma: «Se credete che abbiamo prigionieri politici, non sono d’accordo. Esistevano nel periodo sovietico ed erano in galera per le loro convinzioni politiche». Eppure i fatti dimostrano che ogni tipo di opposizione viene ammanettata ed incarcerata. Ma il caso Pussy Riot non lascia indifferenti, è una delle tante prove tangibili di una democrazia fantasma in Russia.

Sarà anche per questo che "A punk prayer" il documentario di Mike Lerner e Maxim Pozdorovkin approderà nelle sale cinematografiche italiane il 12 Dicembre. "A punk prayer" entra fino in fondo nel caso delle Pussy Riot. Inizia con l'interrogatorio a Nadezhda Tolokonnikova e lei senza paura afferma "Pussy Riot vuol dire: Tumulto, rivolta delle masse oppresse". All'interno del documentario vi sono le testimonianze dei genitori delle tre attiviste e poi il fatidico giorno del febbraio 2012 , il giorno della "preghiera punk" contro Putin fatta nella Cattedrale di Cristo Salvatore, a Mosca.
La preghiera recita così:

"Virgin Mary, Mother of God, put Putin away
Рut Putin away, put Putin away
Black robe, golden epaulettes
All parishioners crawl to bow
The phantom of liberty is in heaven
Gay-pride sent to Siberia in chains
The head of the KGB, their chief saint
Leads protesters to prison under escort
In order not to offend His Holiness
Women must give birth and love
Shit, shit, the Lord's shit!
Virgin Mary, Mother of God, become a feminist
Become a feminist, become a feminist
The Church’s praise of rotten dictators
The cross-bearer procession of black limousines
A teacher-preacher will meet you at school
Go to class - bring him money!
Patriarch Gundyaev believes in Putin
Bitch, better believe in God instead
The belt of the Virgin can’t replace mass-meetings
Mary, Mother of God, is with us in protest!"

Delinquenza? O semplicemente espressione di idee che vanno contro il regime? Ma Medvedev chiude occhi, orecchie e lascia che le parole facciano il suo macabro corso e che il mostro dagli occhi verdi dell'(in)giustizia russa prenda tra le sue grinfie tutti, giornalisti, oligarchi, politici e anche cantanti. La lunga lista dei "prigionieri di opposizione" sembra scorrere sempre più. La libertà in Russia sanguina, ma Medvedev e Putin fanno credere sia pomodoro e chissà, forse qualcuno ci crede anche.

(immagine da blog.corrieredibologna.it)

Rossella Assanti

 


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