Fecondazione assistita esclusa per i portatori di malattie genetiche
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Fecondazione assistita esclusa per i portatori di malattie genetiche

martedì 15 novembre, 2011

ROMA, 15 NOVEMBRE 2011 – Sul tavolo del Consiglio Superiore della Sanità (Css) arrivano le nuove linee guida sulla legge 40, messe a punto dall’ex sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella. Il documento impedisce la fecondazione assistita alle coppie con malattie genetiche e a quelle dove è la donna a essere colpita da una patologia virale come l’Hiv.[MORE]

<<Vengono cancellate le decisioni dei Tribunali, come quelle di Salerno, Firenze e Bologna>> contesta Filomena Gallo, segretario dell’associazione Luca Coscioni e presidente dell’associazione Amica Cicogna.
<<Se le questioni bioetiche finiscono per risolversi nei tribunali è perché il potere politico continua a sfidarne le sentenze, con disposizioni che violano il buon senso, oltre ai principi elementari del diritto e giustizia>> dichiara la deputata di Futuro e Libertà, Flavia Perina. <<Per impedire che le coppie ricorrano alla diagnosi reimpianto, si favorirebbe di fatto il ricorso all’aborto. Una politica che dice alle donne “se volete, potete abortire dopo l’amniocentesi, ma non potete in alcun caso prevenire il rischio di trasmissione di malattie genetiche”, non solo è stupida, ma innanzitutto crudele>> ha aggiunto.

Eugenia Roccella spiega che il provvedimento non contiene le modifiche introdotte per alcune coppie con sentenze in tribunale, proprio perché ogni modifica alla legge deve avvenire con un’altra legge. <<Sono sentenze amministrative che riguardano singolo coppie. Questo governo ha difeso una legge giusta e saggia, che si è dimostrata buona ed efficace anche negli anni rispetto a quanto avviene negli altri Paesi>>.
Nelle linee guida, tra l’altro, c’è la norma che riguarda gli embrioni abbandonati, per i quali non è più previsto il trasferimento nella biobanca di Milano, che costò 700 mila euro e che non è mai stata utilizzata.

<<Innanzitutto –spiega Filomena Gallo- secondo la Roccella, possono accedere alla fecondazione assistita, oltre alle coppie infertili, solo le coppie fertili in cui il partner maschile risulta affetto da una patologia virale. Sono escluse le coppie fertili portatrici di malattie come la talassemia e la fibrosi cistica, la Sma e le coppie in cui la donna sia portatrice di una patologia virale. Dunque un accesso discriminatorio su base sessuale e in virtù della tecnica di fecondazione>>.
Il secondo punto, continua, stravolge le decisioni dei giudici che hanno obbligato i medici a impiantare solo l’embrione sano: <<Esse, infatti, limitano la diagnosi sull’embrione che dovrà garantirne lo sviluppo>>. E ancora <<Si vuole applicare un sistema di identificazione e schedatura dei pazienti che accedono alla fecondazione assistita, in piena violazione della legge sulla privacy>>.

Contrario alle decisioni dell’ex sottosegretario alla Salute è anche Severino Antinori, presidente della World Association of Reproductive Medicine (Warm). <<Si tratta di una decisione oscurantista, liberticida e fortemente discriminatoria nei confronti di pazienti con patologie genetiche. Grazie alla diagnosi pre-impianto, riammessa dopo il divieto imposto dalla legge 40 del 2004 in seguito al mio ricorso alla Corte Costituzionale, si possono infatti escludere dal trattamento gli embrioni portatori di gravi malattie genetiche quali la beta-talassemia, la fibrosi cistica e la sindrome di Down. Impedire ai pazienti portatori di geni per patologie gravi o affetti dalle stesse rappresenta una grave violazione dei diritti umani e un atto fortemente discriminatorio e razzista>>.

Gaia Seregni

(fonte foto: blogmamma.it)


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