Osservatorio Ungheria: la conferma di Orban e l'ascesa del Jobbik
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Osservatorio Ungheria: la conferma di Orban e l'ascesa del Jobbik

lunedì 7 aprile, 2014

 BUDAPEST, 7 APRILE 2014 – I risultati delle elezioni in Ungheria hanno visto il presidente Viktor Orban riconfermato per i prossimi quattro anni, mentre un elettore su cinque ha dato il proprio voto a un partito di estrema destra accusato di antisemitismo. Lo stesso Orban, noto per essersi negli anni addietro scontrato più volte con l'Unione Europea e gli investitori stranieri, per le sue politiche “poco ortodosse”, e dopo la nuova vittoria le imprese ungheresi faranno i conti con nuove misure ostili. Nonostante la sua fama calante sul piano internazionale, l'ex dissidente 50enne, che si schierò fermamente contro l'Unione Sovietica, è visto da una grossa fetta di opinione pubblica in Ungheria come un “campione di interessi nazionali”.

Le politiche di Orban, se da un lato hanno in parte risollevato il paese da una profonda crisi economica, dall'altro spaventa i possibili investitori stranieri. La comunità imprenditoriale ungherese si aspetta infatti dal confermato governo il proseguimento di un piano in corso, di voler trasferire grandi blocchi del settore bancario in mani ungheresi, e di imporre ulteriori oneri alle imprese elettriche estere.

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Una proiezione ufficiale dei ballottaggi dà ben 133 seggi su 199 al partito Fidesz di Orban, confermando dunque che sarà lui a formare il prossimo governo. Il partito ha anche ricevuto i due terzi della maggioranza necessaria per poter cambiare la Costituzione, mentre la stessa proiezione dà all'alleanza di sinistra 28 seggi, e 23 al partito di estrema destra Jobbik.

Quest'ultimo partito in particolare ha fatto registrare un aumento di circa cinque punti percentuali di consenso, dal 15,86% delle passate elezioni di quattro anni fa, a un sonoro 20,7% di questa occasione, piazzandosi come il partito di estrema destra che ha ottenuto il maggiore numero di consensi in Europa negli ultimi anni, e rappresentando, per molti suoi simili, un banco di prova, anche in vista delle europee del prossimo mese. Prima del Jobbik aveva fatto meglio solo la compagine austriaca del “Partito della Libertà” l'anno scorso.

Il Jobbik ha anche la fama di essere il partito di estrema destra più radicale di tutta Europa. La loro attività spinge, come fanno in tanti negli altri paesi, su un certo tipo di salvaguardia nazionalista, negando le accuse di razzismo, ma scagliandosi prontamente contro rom ed ebrei. Il leader del partito, Gabor Vona, lavora spesso come cameriere o come operaio edile, per dimostrare di essere in contatto con le preoccupazioni della gente comune. Una figura di spicco del partito, invece, propose nel 2012 l'elaborazione di un elenco degli ebrei presenti in parlamento.

Foto: speechlessmagazine.altervista.org

Dino Buonaiuto


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