Papa Francesco: Non più schiavi ma fratelli". Un messaggio di pace per il mondo intero
Chiesa e Società Calabria

Papa Francesco: Non più schiavi ma fratelli". Un messaggio di pace per il mondo intero

giovedì 11 dicembre, 2014

 11 DICEMBRE 2014 - “All’inizio di un nuovo anno, che accogliamo come una grazia e un dono di Dio all’umanità, desidero rivolgere, ad ogni uomo e donna, così come ad ogni popolo e nazione del mondo, ai capi di Stato e di Governo e ai responsabili delle diverse religioni, i miei fervidi auguri di pace, che accompagno con la mia preghiera affinché cessino le guerre, i conflitti e le tante sofferenze provocate sia dalla mano dell’uomo sia da vecchie e nuove epidemie e dagli effetti devastanti delle calamità naturali”. Con questo augurio ha inizio il messaggio di pace per la Giornata mondiale della pace  di Papa Francesco che si celebrerà il primo Gennaio 2015. Il tema scelto per il messaggio è “non più schiavi ma fratelli”. [MORE]

Nel libro della Genesi Caino e Abele sono fratelli, perché provengono dallo stesso grembo, e perciò hanno la stessa origine, natura e dignità dei loro genitori creati ad immagine e somiglianza di Dio. Ma la fraternità - dice il Papa – “esprime anche la molteplicità e la differenza che esiste tra i fratelli, pur legati per nascita e aventi la stessa natura e la stessa dignità. In quanto fratelli e sorelle, quindi, tutte le persone sono per natura in relazione con le altre, dalle quali si differenziano ma con cui condividono la stessa origine, natura e dignità. E’ in forza di ciò che la fraternità costituisce la rete di relazioni fondamentali per la costruzione della famiglia umana creata da Dio”.


La storia di tutti i giorni ci insegna che, purtroppo, il concetto di fratellanza è seriamente messo a rischio. Oggi il fratello continua ad uccidere il fratello, le madri e i padri uccidono i figli dopo averli generati alla vita. Nel racconto delle origini della famiglia umana, il peccato di allontanamento da Dio, dalla figura del padre e dal fratello diventa un’espressione del rifiuto della comunione e si traduce nella cultura dell’asservimento (cfr Gen 9,25-27), con le conseguenze che ciò implica e che si protraggono di generazione in generazione: rifiuto dell’altro, maltrattamento delle persone, violazione della dignità e dei diritti fondamentali, istituzionalizzazione di diseguaglianze. Di qui, la necessità di una conversione continua all’Alleanza, compiuta dall’oblazione di Cristo sulla croce, fiduciosi che «dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia … per mezzo di Gesù Cristo» (Rm 5,20.21). Egli, il Figlio amato (cfr Mt 3,17), è venuto per rivelare l’amore del Padre per l’umanità. Chiunque ascolta il Vangelo e risponde all’appello alla conversione diventa per Gesù «fratello, sorella e madre» (Mt 12,50), e pertanto figlio adottivo di suo Padre (cfr Ef 1,5).


Bisogna necessariamente pensare all’altro come a qualcuno che mi appartiene, che mi è veramente caro, che mi sta a cuore. Non ad un estraneo, ad un rivale, ad un nemico. L’altro è un dono per me. Gesù incarnandosi si è fatto dono per ciascun uomo. Anche io, anche noi, sul suo esempio devo e dobbiamo diventare quotidianamente dono. L’altro non viene per impoverirmi ma per arricchirmi. Conoscere l’altro è sapere cosa Dio ne ha fatto di lui e cosa ne vuole fare ogni giorno.


Nel suo messaggio per la giornata della Pace, Papa Francesco, passa in rassegna, poi quelli che sono i molteplici volti della schiavitù di ieri e di oggi: l’asservimento dell’uomo da parte dell’uomo.
Afferma il Pontefice: “Malgrado la comunità internazionale abbia adottato numerosi accordi al fine di porre un termine alla schiavitù in tutte le sue forme e avviato diverse strategie per combattere questo fenomeno, ancora oggi milioni di persone – bambini, uomini e donne di ogni età – vengono private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù”.


Ricorda Bergoglio lavoratori e lavoratrici, anche minori, asserviti nei diversi settori, le condizioni di vita di molti migranti che, nel loro drammatico tragitto, soffrono la fame, vengono privati della libertà, spogliati dei loro beni o abusati fisicamente e sessualmente. Vi sono poi molti fenomeni di prostituzione.
Quali sono le cause della schiavitù? La concezione che si ha di poter fare dell’uomo ciò che si vuole. Dice Papa Francesco nel suo messaggio: “Quando il peccato corrompe il cuore dell’uomo e lo allontana dal suo Creatore e dai suoi simili, questi ultimi non sono più percepiti come esseri di pari dignità, come fratelli e sorelle in umanità, ma vengono visti come oggetti. La persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, con la forza, l’inganno o la costrizione fisica o psicologica viene privata della libertà, mercificata, ridotta a proprietà di qualcuno; viene trattata come un mezzo e non come un fine”.


Per eliminare ogni forma di schiavitù occorre un impegno comune. Un impegno di recente anche siglato da tutti i leader religiosi, i quali si sono prefissati entro il 2020 di abolire ogni forma di schiavitù. Questo immenso lavoro, che richiede coraggio, pazienza e perseveranza, merita apprezzamento da parte di tutta la Chiesa e della società. Ma esso da solo non può naturalmente bastare per porre un termine alla piaga dello sfruttamento della persona umana. Occorre anche un triplice impegno a livello istituzionale di prevenzione, di protezione delle vittime e di azione giudiziaria nei confronti dei responsabili. Inoltre, come le organizzazioni criminali utilizzano reti globali per raggiungere i loro scopi, così l’azione per sconfiggere questo fenomeno richiede uno sforzo comune e altrettanto globale da parte dei diversi attori che compongono la società.


Concludiamo riportando il monito finale del Messaggio di Papa Francesco, che vale per tutti noi come attento esame di coscienza e come un serio impegno. “Sappiamo che Dio chiederà a ciascuno di noi: “Che cosa hai fatto del tuo fratello?” (cfr Gen 4,9-10). La globalizzazione dell’indifferenza, che oggi pesa sulle vite di tante sorelle e di tanti fratelli, chiede a tutti noi di farci artefici di una globalizzazione della solidarietà e della fraternità, che possa ridare loro la speranza e far loro riprendere con coraggio il cammino attraverso i problemi del nostro tempo e le prospettive nuove che esso porta con sé e che Dio pone nelle nostre mani”.

Don Francesco Cristofaro
www.donfrancescocristofaro.it


Autore
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