Puglia: tritolo sarebbe servito per uccidere il magistrato anti-Camorra Giovanni Colangelo
Cronaca Puglia

Puglia: tritolo sarebbe servito per uccidere il magistrato anti-Camorra Giovanni Colangelo

mercoledì 11 maggio, 2016

BARI - Il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo sarebbe stato nel mirino di uomini della Camorra alcuni giorni fa, quando l’Antimafia barese ha sequestrato 550 grammi di tritolo.[MORE]

La notizia è stata riferita dagli inquirenti della Dda di Bari, più precisamente da un collaboratore di giustizia vicino alla Sacra Corona Unita, ma originario del napoletano. In cella dalla fine del 2015, il pentito sarebbe entrato in contatto con camorristi che parlavano di un agguato al magistrato. Sulla vicenda indaga il pm Antimafia barese Roberto Rossi, coordinatore delle indagini che hanno portato al sequestro dell’esplosivo letale. Stando agli investigatori, il tritolo “avrebbe potuto distruggere negozi, palazzine, autoveicoli anche blindati". L’esplosivo era nascosto sotto un albero, di fronte al cancello della tenuta di un boss di Gioia del Colle (Bari), il trafficante di armi A. M. C., ora in carcere insieme ad altre 4 persone: A. S., 35enne di Bari, G. P., 24enne originario di Bitonto, P. P. (33 anni, di Bari) e F. P. C., 40enne di Santeramo in Colle. Secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia, l’attentato sarebbe dovuto avvenire proprio a Gioia del Colle. I piani dei clan che lo stavano progettando, avevano infatti previsto i vari spostamenti del procuratore fra Puglia e Campania e avrebbero colpito a Gioia, dove abita Colangelo.

Le indagini, coordinate dalla Dda, furono avviate dopo il tentato omicidio di Giuseppe Drago, compiuto il 14 febbraio scorso nel quartiere San Pio di Bari. Gli inquirenti hanno individuato il movente che avrebbe condotto all'agguato: contrasti tra gruppi criminali per il controllo delle attività illecite. Grazie alle intercettazioni ambientali disposte nell'ambito delle indagini sul tentato omicidio, gli agenti hanno scoperto l'acquisto e il trasporto dei 550 grammi di tritolo. Il 10 maggio le Dda di Napoli e Bari si sono riunite per discutere del patto tra clan pugliesi e campani. All'incontro hanno preso parte il capo della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, insieme al sostituto Maurizio De Marco, il procuratore di Bari Giuseppe Volpe, l'aggiunto della Dda del capoluogo pugliese Pasquale Drago e il sostituto procuratore Roberto Rossi. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando e il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, hanno espresso solidarietà nei confronti del procuratore Giovanni Colangelo, in seguito al ritrovamento del tritolo in Puglia che sarebbe stato destinato al procuratore di Napoli.

"Avevamo già elementi di preoccupazione in questo senso tanto che abbiamo tenuto un vertice, anche con il vicepresidente del Csm Legnini, qualche giorno fa a Napoli nel quale abbiamo rafforzato per quanto possibile il sostegno anche in termini di sicurezza ai magistrati napoletani", ha affermato Orlando in risposta ad una domanda postagli da un cronista. Legnini ha ribadito la sua solidarietà nei confronti del procuratore di Napoli: "Avevo già espresso la mia vicinanza al procuratore Colangelo che rinnovo pubblicamente, al quale non posso che formulare anche la gratitudine per il suo operato. E' chiaro che questa forma di aggressività è anche la conseguenza di una particolare efficacia dell'attività repressiva della procura di Napoli e delle forze ordine che hanno inferto duri colpi alla camorra”. Per il procuratore è stata rafforzata la scorta.

 

Luna Isabella

(foto da italiasudsanita.it)


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