Rifiuti: aumenta la raccolta differenziata, ma non abbastanza
Salute Lazio

Rifiuti: aumenta la raccolta differenziata, ma non abbastanza

mercoledì 27 luglio, 2011

ROMA, 27 LUGLIO 2011 – Nel 2010 la raccolta differenziata è arrivata in media al 31,7% rispetto al totale dei rifuti solidi urbani prodotti dalle città italiane capoluogo di provincia. Rispetto all'anno precedente è aumentata, però, solo dell'1,7%. A rendere note le cifre relative alla gestione differenziata dei rifiuti è l'Istat, attraverso la pubblicazione del rapporto annuale “Indicatori ambientali urbani”.[MORE]

Si registra un lieve aumento che vede, tuttavia, ancora grandi discrepanze tra le varie regioni e città italiane. Considerando solo i capoluoghi di provincia, si segnalano le ottime performance dei comuni di Pordenone, Novara, Carbonia, Verbania e Salerno, tutti al di sopra del 70%. La parte bassa della classifica è occupata, invece, da cinque comuni siciliani: Palermo, Catania, Messina, Siracusa ed Enna. Quest'ultima è la città meno virtuosa con appena l'1,2% di rifiuti differenziati rispetto al totale di quelli prodotti. Enna è anche l'unico capoluogo che nel 2010 non ha raccolto vetro tramite differenziata.

Nel complesso, il totale dei rifiuti solidi urbani prodotti dai 116 capoluoghi di provincia, dopo tre anni di generale diminuzione, è aumentato (+0.9 rispetto al 2009) arrivando nel 2010 alla produzione di 609,5 kg di rifiuti per abitante. A produrre più rifiuti sono le regioni del centro (in media 671 kg per abitante), seguite dal nord-est (651 kg), dalle isole (599 kg) e dal nord-ovest (558 kg). È, quindi, il Sud che produce meno rifiuti in assoluto, con “appena” 554 kg per abitante, ma è anche la macro-regione che registra le peggiori performance in termini di raccolta differenziata (con le dovute eccezioni, tra cui spicca certamente il notevole risultato del comune di Salerno, così come quello di Avellino, con il 67,3% di rifiuti differenziati).

Generalmente sono i comuni capoluogo medio-piccoli a differenziare meglio i rifiuti, rispetto alle grandi città che, al contrario, risultano meno virtuose. Con ogni probabilità ciò è dovuto alla maggiore facilità di raccolta porta a porta che si registra nei centri più piccoli e che si rivela, ancora una volta, un sistema che funziona.

Dal rapporto Istat emergono anche altri interessanti “Indicatori ambientali urbani” che mostrano, dal punto di vista strettamente statistico, la compatibilità ambientale delle varie città italiane. Su scala nazionale, rispetto al 2009, diminuisce il consumo di acqua (- 1,9%), diminuiscono i giorni in cui si superano i livelli massimi di Pm10 (in media 44 rispetto ai circa 54 dell'anno precedente), aumentano i consumi di gas metano ad uso domestico e diminuiscono quelli di energia elettrica.

Peggiora l'inquinamento acustico e permane un altissimo tasso di motorizzazione, con in media 614 autovetture ogni mille abitanti. La percentuale di verde urbano pubblico rimane sostanzialmente stabile, mentre un segnale positivo si ha nel notevole aumento di pannelli fotovoltaici installati su edifici comunali, la cui potenza media ha visto un incremento del 114,9% rispetto al 2009.

Serena Casu


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