Sicari Franco. Monte Scapparrone - 38° parallelo. La vita ed il sogno della vita
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

Sicari Franco. Monte Scapparrone - 38° parallelo. La vita ed il sogno della vita

venerdì 18 ottobre, 2019

Il mattino stava nascendo un'altra volta dal mare Ionio, proprio di fronte al paese di Bianco. Mentre il mare cambiava di colore, sorgeva dalle onde spumose, Venere, la donna più bella del mondo. Poteva apparire con gli occhi azzurri e con i capelli biondi oppure tutta rossa, fiammeggiante con gli occhi verdi oppure, per chi si accontentava come me, scura di capelli con gli occhi castani. Altri ancora, che assistevano all'alba come me, raccontavano di avere visto delle gambe lunghe ed affusolate che ingrossavano all'altezza dei quadricipiti fino ad estasiare, agli inguini.

Che dire, poi, dei seni rossi e sodi che nessuna protesi al silicone potrebbe eguagliare. Certo, se ci fossero stati reggiseno, solo misure elevate di numeri superiori al 7, forse fino al 10, sarebbero riusciti a contenere quel ben di Dio. Il Mimmo C.,barbiere , sempre arrapato ed in cerca di donne anche di cattivo affare, andava raccontando agli amici la sua Venere di cui assisteva alla nascita dal mare in contrada "acqua del muro" vicino casa sua. Rino Grillo, cugino di mia madre , scapolo attempato, raccontava di una donna meravigliosa, dolce,con un sorriso capace di annientare qualsiasi uomo. Anche il Michele, prete spogliato, andava a vedere sorgere Venere dalle acque. Lui, raccontava di una donna pudica, quasi timida, non truccata con un vestito candido e stelle di luce che sgorgavano dai capelli.

Grandi sognatori, al mio paese, grandi uomini e grandi filosofi che vivevano il giorno intensamente seguendo il sole e le stagioni. La maggioranza disoccupati, che passavano il tempo nei tavolini dei bar dove vivevano guardando quelli che lavoravano ed osservando tutto. Il tempo doveva passare nel miglior modo possibile. Pochi vizi, qualche bicchiere di vino rosso, quello generoso, del mio paese. Qualche sigaretta , nazionale senza filtro e poi nient'altro, solo sogni e favole. Gnomi, fate, orchi, coboldi, fantasmi. "Apriti sesamo" e nella grotta si materializzava il grande tesoro di una vita. Il "Pilato", uno dei due comunisti di Bianco, recitava il Capitale di Marx, di cui sicuramente non capiva niente e di cui aveva imparato alcuni pezzi a memoria, asserendo che il popolo avrebbe vinto ed avrebbe raggiunto la libertà.

Certo indovinò la prima previsione ma non la seconda, quella sulla libertà, non raggiunta mai da nessuno e se qualcuno asserisce di averla raggiunta è solo un illuso. Pinocchio voleva raggiungerla , la liberta, togliendosi i fili di Mangiafuoco. Ci pensò la fatina a metterlo in riga, facendolo diventare bambino e mandandolo a scuola. Anche Ulisse si illuse di essere libero, girovagando per 10 anni nel mare mediterraneo. Lo fregò, però, un solo particolare! Il sesso! Egli non poteva stare senza! Seduto su una sedia, davanti all'ufficio del movimento, il capostazione Misitano fumava una Marlboro morbida e pensava. Stava leggendo la filosofia di Socrate ed entusiasmato dalla lettura, cercava di ragionare. Stava capendo, che la vita non è solo mangiare e lavorare ma che sicuramente ha un altro profondo significato! Quale fosse non lo capì, forse mai.

Erano le 03,00 ed erano passati tutti i treni della notte compreso il rapido Bari - Reggio Calabria che non si è fermato mai, al mio paese, quasi per farci rendere conto della poca importanza di Bianco che giace sulla riva del mare Ionio.

Paese di grandi sognatori, di eterni fanciulli, di favolettari. Al mio paese per sentirci importanti ci siamo inventati di avere visto Venere, o di avere assistito al teatrino di Mangiafuoco o di avere visto Ulisse navigare vicino alla fiumara di Buonamico. Se abbiamo raccontato tante frottole, però, l'abbiamo fatto, anche, per fare scorrere il tempo e per allontanare la paura della malinconia e del nulla. Depressi, a Bianco e suicidi, non ci sono stati mai! A pensarci bene,l'unico uomo libero che abbia conosciuto e che conosco, nacque e visse , a Bianco vicino al 38° parallelo, tra Ionio ed Aspromonte, lungo le pietraie della fiumare che in autunno portano verso il mare tutto ciò che incontrano, anche l'illusione della Libertà.

P.S.: Il secondo comunista di Bianco era "Giulio u zoppu", ma questa è un'altra storia.

Sicari Franco


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