Stagione della caccia si chiude con 'bollettino di guerra'. Ecco il bilancio e la polemica
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Stagione della caccia si chiude con 'bollettino di guerra'. Ecco il bilancio e la polemica

mercoledì 29 gennaio, 2020

Stagione della caccia si chiude con 'bollettino di guerra' .Oltre 80 fra morti e feriti, polemica fra animalisti e cacciatori
ROMA, 29 GEN - Sono più che raddoppiate, nella stagione della caccia 2019-2020 che si chiude domani nella maggior parte delle regioni, le persone morte a causa delle doppiette e sono aumentate anche quelle ferite, rispetto alla stagione precedente. In attesa dei dati definitivi che saranno resi noti il primo febbraio, il 'Bollettino di guerra' aggiornato al 15 gennaio dall'Associazione vittime della caccia parla di "24 morti e 58 feriti" (in crescita rispetto ai 12 e 50 della stagione precedente).

Come ogni stagione - che si apre il primo settembre e si chiude il 30 gennaio, salvo in alcune regioni dove si spara sino al 10 febbraio - insorgono gli animalisti ed è polemica con i cacciatori, che respingono l'accostamento ai bracconieri. Per Federcaccia, le ong lanciano "allarmi ingiustificati e argomenti pretestuosi" con l'obiettivo di "sollecitare nuove iscrizioni e sempre nuovi e inutili finanziamenti pubblici".

Il Wwf parla di "migliaia di animali uccisi a causa di calendari venatori eccessivamente permissivi cui si aggiunge un numero imprecisato di animali uccisi illegalmente, anche di specie rare e protette", di 178 sequestri e 170 violazioni penali (su un totale di 645) riscontrate dalle 323 guardie volontarie della propria associazione, "che pero' da sole non bastano a contrastare l'illegalità"; e poi sanzioni per 172.500 euro e recuperati 705 animali.

Fra le "specie rare e protette uccise a fucilate" il Wwf indica "socapovaccaio, ibis eremita, aquila di Bonelli" e rileva gli "enormi traffici di uccelli da richiamo". L'associazione del panda afferma che i giudici hanno accolto 9 ricorsi amministrativi del Wwf mentre lamenta "la gravissima carenza di vigilanza" per cui chiede "più impegno contro i crimini di natura, più vigilanza e politiche di tutela della biodiversità". L'Ente nazionale protezione animali ricorda che per "l'Unione Europea siamo sorvegliati speciali per le nostre politiche venatorie troppo permissive" e chiede "l'intervento del ministro dell'Interno e l'innalzamento dei massimali delle assicurazioni", che tra l'altro "alimentano una parte del fondo destinato alle vittime della caccia", perché "ormai è una questione di sicurezza".

L'associazione a difesa degli uccelli Lipu-BirdLife ritiene "urgente un intervento normativo, incluso un provvedimento straordinario come il Dave (Divieto di attività venatoria), che fermi la caccia in presenza di atti di bracconaggio", proposta di legge per cui ha "raccolto oltre 100mila firme". Per il presidente di Federcaccia, Massimo Buconi, "non è accettabile l'accostamento fra bracconieri e cacciatori" essendo questi ultimi "partner affidabili a sostegno delle politiche ambientali come è riconosciuto in tutta Europa". Sono spesso i cacciatori, rileva Buconi, "a controllare e denunciare situazioni di illegalità ambientale, così come sono i primi a intervenire con i propri mezzi e senza nessun aiuto esterno"


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