Uno scudo contro la crisi della società moderna: intervista ai Velodrama
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Uno scudo contro la crisi della società moderna: intervista ai Velodrama

venerdì 11 dicembre, 2015

SOVERATO (CZ), 11 DICEMBRE 2015 - Dopo La terra di nessuno, un primo EP uscito lo scorso anno, i Velodrama pubblicano il 24 Marzo il loro primo full-lenght. L'EticAmorale, uscito per l'etichetta Latlantide, distribuito da Edel, e prodotto da Alex Marton, è stato anticipato dal lancio di due singoli "Io personalmente me ne frego" e "I miei giorni di anarchia". Per farvi conoscere meglio questo progetto, abbiamo deciso di intervistare il quartetto romano.
Buona lettura!

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Presentateci la band e spiegateci il vostro nome.
Siamo un'alternative rock band romana che esprime la propria musica attraverso testi rigorosamente scritti in italiano, che raccontano la decadenza del nostro bel paese, con una saliva rivoluzionaria di chi sente l'esigenza di dover ad ogni costo cambiare le cose. Velodrama non è altro che uno scudo che ci separa dalle crisi della società moderna, un involucro protettore per i nostri stomaci in preda alle ulcere da stress.

Com'è nato L'EticAmorale, il vostro disco d'esordio?
L'Eticamorale nasce dal rifiuto al voler adattarsi ad un modello di vita imposto dalla nostra società, che offre precarietà sotto ogni aspetto e che ci addormenta attraverso l'utilizzo di giocattoli tecnologici, atti ad inebriare il nostro istinto primordiale di sopravvivenza, non esiste più un etica nella sua morale, siamo nel periodo storico dell'etica amorale. Questo disco nasce dalla fusione di alcuni brani accumulati in passato, e brani nuovi, tra cui un paio nati addirittura durante le fasi di registrazione in studio.

L'album è forte e diretto soprattutto per quanto concerne i testi, qual è il messaggio che vorreste far arrivare all'ascoltatore?
Non dobbiamo continuare a subire gli aspetti negativi di questo periodo storico, che sembra assomigliare ad un medioevo in forma digitale, bisogna far nascere nuovi stimoli in noi stessi,e smetterla di cercarli nelle viscere di chi ci governa, abbiamo dimenticato quanto siamo intelligenti, perchè siamo stati soffocati da una tecnologia atta al solo scopo di distrarre l'istinto alla sopravvivenza e la diritto di parola.

Che cosa rappresenta la copertina dell'album?
La ruota della routine quotidiana, curare il proprio aspetto (il rasoio) , sopravvivere (il cucchiaino) , e guardarsi allo specchio, fingendo di aver trovato il lato il lato positivo, attraverso una sarcastica opera ironica ( il clown).

Da cosa trae ispirazione la vostra musica?
Dal punto di vista letterario, ci ispiriamo ad artisti come Rino Gaetano, Carmelo Bene, Pierpaolo Pasolini, per citarne alcuni, mentre dal punto di vista musicale, le atmosfere sono decisamente meno italiane e più anglosassoni, dal momento che si rifanno ai primi dischi dei Placebo per esempio.

Parlateci dei due videoclip – Io personalmente me ne frego ed I miei giorni d'anarchia – che hanno anticipato l'uscita di L'EticAmorale.
"Nel videoclip del brano di ‘Io personalmente me ne frego’ abbiamo voluto dare più spazio all’analisi introspettiva, in cui prevale questa sensazione di isolamento e allontanamento dalla società. La scelta di rappresentarla tramite una versione decontestualizzata dell’ “Ultima Cena” non è casuale. Il protagonista, il “Cristo”, si isola completamente dai suoi commensali che, si badi bene, non rappresentano i suoi seguaci, i suoi apostoli, ma sono tutti dei “Giuda” pronti a tradire, a sacrificare e a sfruttare. Il fatto che siano legati e incatenati tra loro sottintende, da un parte, la loro compartecipazione nella distruzione dell’attuale società e dei valori legati al passato, dall’altra evidenzia come le azioni, le scelte, di uno influenzino, irrimediabilmente, le azioni del prossimo. Il protagonista decide di non fare parte di questa catena di azione-reazione, non vuole partecipare a questo gioco distruttivo, allontanandosi e allontanando da sé ogni tentazione possibile”.
Il videoclip di " i miei giorni di anarchia", racconta una parte della mia vita molto delicata e privata, quindi non posso dilungarmi come nella precedente descrizione, posso dirti in poche parole, che è una lettera ad un mio caro amico d'infanzia scomparso qualche anno fa. Ho sentito l'esigenza di raccontare questo brano ( in quanto regista e autore del soggetto), attraverso un modellino di aereo con un ala spezzata,( che qualcuno aveva buttato vicino i cassonetti del mio quartiere) per descrivere il ricordo di una bellissima amicizia vissuta nella mia infanzia.

Per quanto riguarda il panorama musicale italiano, vi ha interessato qualche recente uscita discografica?
Il nuovo singolo del Teatro degli orrori "lavorare stanca".

Siamo in chiusura, volete salutare i lettori di GrooveOn con tre – anche più – album che sentite in dovere di consigliare?
Grazie a chi avendo letto questa intervista, ci avrà dedicato pochi istanti della sua vita, ci sentiamo di omaggiarvi consigliandovi " Requiem" un vecchio e bellissimo disco dei Verdena, " a sangue freddo" del Teatro degli orrori e in chiusura il nostro album uscito di recente " L'eticamorale".

 

 

Federico Laratta

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