Verdini condannato a 6 anni e 10 mesi per il crac del Credito Cooperativo di Firenze
Cronaca Toscana

Verdini condannato a 6 anni e 10 mesi per il crac del Credito Cooperativo di Firenze

martedì 3 luglio, 2018

FIRENZE, 3 LUGLIO - Denis Verdini è stato condannato a 6 anni e 10 mesi al processo d'appello a Firenze per il crack della Banca Credito cooperativo fiorentino di cui è stato presidente. L'ex senatore di Ala, ed ex presidente della banca di Campi Bisenzio dal 1990 al 2010, era stato condannato in primo grado a nove anni, pena ridotta quindi in secondo grado.

Condannati invece a cinque anni e dieci mesi gli imprenditori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei. La Corte d'appello di Firenze ha inoltre accolto i patteggiamenti per l'ex dg Pietro Italo Biagini a 3 anni e 10 mesi (in primo grado aveva avuto 6 anni per bancarotta fraudolenta) e per numerosi membri del cda e del collegio dei revisori dei conti a 1 anno e 8 mesi. Nel processo di primo grado, il pm aveva definito l’ex senatore un dominus che usava il Credito cooperativo «come un bancomat personale per concedere prestiti e finanziamenti, anche sulla base di contratti di compravendita di immobili ritenuti fittizi agli amici», in particolar modo ai costruttori Bartolomei e Fusi.[MORE]

Il processo d'appello è iniziato a maggio, con la richiesta di patteggiamento avanzata da diversi imputati, tra membri del cda della banca, revisori dei conti e il direttore generale. Il 29 giugno scorso Verdini, presentatosi in aula per rilasciare dichiarazioni spontanee, aveva affermato la propria innocenza, confermando che "Non è vero che volevo far fallire la banca, ho dato tutto per questa banca. Ho preso le ceneri di una piccola banca e l’ho fatta sviluppare, trasformandola in una comunità. Persone con cui sono nato e cresciuto, e che sono morte prematuramente, in questo processo sono state sbatacchiate dagli eventi”. L’ex senatore era stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita, truffa ai danni dello Stato il 15 luglio del 2014 con l’accusa di aver concesso finanziamenti e crediti milionari senza “garanzie”, sulla base di contratti preliminari di compravendite ritenute fittizie. Soldi che, per la procura di Firenze venivano dati a “persone ritenute vicine” a Verdini stesso.

Federico De Simone


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